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CANTONE / GINEVRAPresa a carico dei minori, anche in Ticino manca un protocollo

06.10.18 - 08:18
Come si comportano i soccorritori con i bambini quando un genitore viene portato in ospedale? «Se non può salire sull’ambulanza, non viene comunque lasciato solo»
Ti Press
Presa a carico dei minori, anche in Ticino manca un protocollo
Come si comportano i soccorritori con i bambini quando un genitore viene portato in ospedale? «Se non può salire sull’ambulanza, non viene comunque lasciato solo»

LUGANO - Hanno lasciato perplesse molte persone i fatti accaduti sabato scorso a Ginevra, dove una madre vittima di un malessere è stata soccorsa da un’ambulanza, la quale non si è però preoccupata dei due figli che erano con lei. La donna è stata infatti trasportata in ospedale, mentre i bambini sono stati lasciati “alle cure” di alcuni passanti.

E in Ticino come funziona? C’è un protocollo da seguire o ci si affida al buon senso dei soccorritori? In realtà, nonostante il tema della presa a carico dei minori quando un genitore viene trasportato in ospedale sia piuttosto delicato, un vero e proprio protocollo non c’è, come confermatoci da un soccorritore ticinese. Ci sono però alcune linee guida: «Idealmente il bambino segue sempre il genitore sull’ambulanza, si fa il possibile per non separarli, ma nel caso di un evento che potrebbe essere traumatico si evita di farlo salire».

Ed è qui che la decisione sul da farsi viene spesso lasciata al capo intervento. Un organo specifico, infatti, non esiste. Se non si può fare affidamento su nessun parente, lo si accompagna in ospedale, tramite il veicolo comando o appoggiandosi alla polizia. Lì, se possibile, lo si accompagna dal genitore, altrimenti lo si porta nel reparto di pediatria. Come ultima ratio i soccorritori possono inoltre contattare l'Ufficio dell'aiuto e della protezione (UAP) del Dipartimento sanità e socialità o il Care Team nei casi di decessi.

Su quanto avvenuto a Ginevra, il nostro interlocutore, non conoscendo le circostanze esatte e considerate le numerose variabili preferisce non esprimersi, «ma non bisogna comunque colpevolizzare i soccorritori - precisa - perché a Ginevra hanno spesso tutte le risorse impegnate e raramente hanno a disposizione l’auto comando».

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