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LUGANOMolestie in università: due casi a Lugano

19.09.18 - 07:05
Lo scandalo del professore di Zurigo è un unicum? Pare di no. All'Usi segnalati «comportamenti inappropriati» ma l'ateneo non fornisce dettagli
Molestie in università: due casi a Lugano
Lo scandalo del professore di Zurigo è un unicum? Pare di no. All'Usi segnalati «comportamenti inappropriati» ma l'ateneo non fornisce dettagli

LUGANO - Dal complimento sgradito al flirt più o meno spinto, alla violenza vera e propria. Quanto sia scivoloso il concetto di “molestie” lo hanno mostrato lo scandalo Weinstein, il contro-scandalo Argento, il movimento MeToo.

Oltralpe e non solo - Da ultimo, ci è scivolato anche il Politecnico di Zurigo: un professore è finito sotto inchiesta giovedì, accusato da alcune studentesse. Ieri abbiamo raccontato il caso di una ragazza luganese, che per anni ha taciuto una violenza subita quando era iscritta all'Uzh. Insomma gli atenei non sono immuni. In Ticino? Se ne parla poco, ma i casi non mancano.

Anche in Ticino - Dall'Usi di Lugano fanno sapere che «negli anni sono stati portati alla nostra attenzione due casi di comportamenti inappropriati». L'ateneo non entra nel dettaglio «per tutelare la privacy degli interessati» ma precisa che «con molestia sessuale s'intende a ragione una casistica ampia, in cui rientrano anche commenti equivoci e allusioni». Nessuno dei due casi è stato tale da dover sporgere denuncia: dopo un iter interno si è «trovata una soluzione concordata con la parte consideratasi offesa, che si è ritenuta soddisfatta delle misure prese».

Sportelli ad hoc - L'assenza di procedimenti penali chiude la questione? Non è detto. I due principali atenei ticinesi non hanno attivato servizi ad hoc per raccogliere lamentele, come quelli introdotti di recente a Zurigo, Berna e Ginevra sul modello di università straniere. A Cambridge nel primo semestre 2017-2018 si è registrata un'impennata di denunce (quasi 200) dopo l'attivazione di un servizio d'ascolto anonimo.

«Procedure interne» - All'Usi esistono «procedure interne» per cui «chiunque può rivolgersi a delle figure di riferimento: i superiori diretti e i vertici amministrativi per i collaboratori, per gli studenti le segreterie, i coordinatori didattici e i decani di facoltà» spiegano dall'ateneo. Inoltre, è operativo un Servizio pari opportunità.

«Nessuna iniziativa mirata» - Anche alla Supsi esistono «una commissione etica e il servizio “Gender e Diversity”» spiegano dalla direzione, che finora «non ha attivato iniziative mirate sul tema molestie» ma si dice «aperta alla possibilità» di farlo in futuro. Al momento «non siamo a conoscenza di alcuna segnalazione di molestie da parte di studentesse o collaboratrici». 

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