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CHIASSOMali di confine: «Noi, stufi di essere tristi»

06.08.18 - 06:00
Il comune più a sud della Svizzera dà un benvenuto trendy a chi arriva dall’Italia. «Ma, in patria, quanta fatica per scrollarci di dosso la cattiva fama», dice il sindaco Bruno Arrigoni      
Tio-20Minuti/Tipress
Mali di confine: «Noi, stufi di essere tristi»
Il comune più a sud della Svizzera dà un benvenuto trendy a chi arriva dall’Italia. «Ma, in patria, quanta fatica per scrollarci di dosso la cattiva fama», dice il sindaco Bruno Arrigoni      

CHIASSO – Il nome della località, scritto in rosso e con una composizione tridimensionale. Da qualche settimana, Chiasso dà un benvenuto trendy a chi arriva dall’Italia. Un dettaglio che segna una piccola svolta per la cittadina di confine. «Siamo stufi di essere etichettati come abitanti di un luogo triste – sottolinea il sindaco Bruno Arrigoni –. Da decenni siamo confrontati con un grosso problema di immagine. Piano piano vorremmo riconquistarci una certa dignità».  

Un’insegna “hollywoodiana” all’inizio di Corso San Gottardo. Un po’ utopico risolvere i problemi così, non trova?

Si voleva dare colore a una zona che non ha ancora un assetto definito. È un primo passo. Stiamo lavorando, dietro le quinte, per rendere Chiasso migliore.

In effetti i palazzoni di via Odescalchi non sembrano più squallidi come un paio d’anni fa. Che sta succedendo?

La nuova proprietà ha preso a cuore le sorti di questa via. Ci sono stati importanti lavori di ristrutturazione. E oggi ci sono anche più controlli di polizia.

Anche nella tanto chiacchierata via Soldini le cose vanno decisamente meglio.

Gli stessi privati si sono rimboccati le maniche, pitturando le facciate della maggior parte delle case. Stiamo, inoltre, cercando di recuperare terreni che in passato erano adibiti allo scarico ferroviario. Nei prossimi 20 anni il territorio di Chiasso “subirà” una riqualifica molto positiva.  

D’accordo. I negozi del centro, però, soffrono sempre di più. A questo sembra non esserci rimedio. Che ne pensa?

Noto tanta negatività. I negozianti, quando vengono intervistati dai media, dicono che non c’è in giro nessuno. Se la prendono ad esempio con chi, una quindicina di anni fa, ha deciso di chiudere il centro al traffico. Però la realtà è diversa. Chiudono tre negozi, ma magari ne aprono altri due. E questo non viene detto.   

Che i commercianti di Chiasso facciano fatica a tirare avanti, tuttavia, è innegabile. 

Non siamo più negli anni ’80, quando dall’Italia arrivavano soldi a palate. Ci sono stati gli scudi fiscali. E adesso le banche svizzere rifiutano il denaro non dichiarato. Quei super clienti che, vent’anni fa, lasciavano nelle nostre botteghe un sacco di denaro per sigarette e altri beni, non ci sono più. Dobbiamo accettarlo e non è un problema solo di Chiasso.    

Lei è sindaco ormai da due anni. Sente il peso dell’etichetta che è stata appioppata a Chiasso?

Altroché. L’opinione pubblica ci vede come la capitale ticinese dell’inquinamento, anche se i valori sono simili a quelli di Mendrisio o Lugano. Si dice che siamo senza cultura, ma poi abbiamo un’eccellenza come il Max Museum che porta qui artisti di livello internazionale. Senza contare il progetto “Frequenze”, grazie al quale si allestiscono le vetrine dei negozi sfitti con le opere di artisti ticinesi. Entro il 2025, inoltre, dovrebbe aprire la scuola di moda.

Chiasso ha 8.800 abitanti circa. Di cui 650 in assistenza. Anche questo non è un dato positivo…

Sì. Ma non sono tutti chiassesi. Il fatto è che a Chiasso diversi appartamenti hanno un affitto più basso rispetto ad altre località. E quindi la gente in difficoltà vi si trasferisce. La nostra è la località più a sud della Svizzera. E come tale è stata anche confrontata con il problema dei migranti, nel frattempo parzialmente smorzatosi. Con simili premesse è normale che la gente ci veda come più “poveri”.

È anche vero che fate fatica a trovare posti di lavoro per i chiassesi.

Varie aziende preferiscono puntare sui frontalieri, perché costano meno. Non lo nego. Stanno, però, arrivando anche diverse imprese attive nel digitale. Anche grazie alla nostra apertura alle criptovalute.

Certo. Tuttavia a cosa serve avere tante imprese se poi non si dà lavoro anche al personale locale?

Queste aziende portano comunque un determinato indotto. Non va sottovalutato.

Insomma, lei sembra fare di tutto per vedere il bicchiere mezzo pieno.   

In realtà, a me piacerebbe molto fare una fusione con i paesi limitrofi, come Vacallo, Morbio, Balerna, Novazzano.

Perché?

Solo creando un polo forte di 15.000 abitanti riusciremmo davvero a fare dimenticare i pregiudizi nei nostri confronti. Purtroppo sembra che ai politici della regione questo discorso non interessi.

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COMMENTI
 

Tato50 5 anni fa su tio
Nessuno vi rimprovera di essere la capitale dell'inquinamento se avete avuto la sfortuna di avere la vostra cittadina proprio sul confine come d'altra parte altri Comuni del Ticino, tipo Pte Tresa o Brissago !! Il vostro problema è che voi vi beccate il "grosso" del traffico, ma non certo perché l'avete voluto voi !! Auguri Sindaco !!

roma 5 anni fa su tio
Benvenuta impresa remix...

limortaccituoi 5 anni fa su tio
Forza sindaco Arrigoni. Un uomo onesto con tanta voglia di fare. Speriamo che Chiasso possa tornare a ridere!

dinci 5 anni fa su tio
Chiasso migliorerà, non c'è alcun dubbio. Bisogna essere però un po' più ottimisti

rojo22 5 anni fa su tio
Proprio ridente non è... fatevene una ragione.
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