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BLENIO«Chi vive tra le montagne è abituato a lottare»

02.08.18 - 09:37
Nella propria allocuzione Elia Frapolli ha evocato il passato «illustre» della Valle di Blenio e espresso fiducia per il suo futuro
tipress
«Chi vive tra le montagne è abituato a lottare»
Nella propria allocuzione Elia Frapolli ha evocato il passato «illustre» della Valle di Blenio e espresso fiducia per il suo futuro

BLENIO - È evocando la propria infanzia nella Valle di Blenio che il direttore di Ticino Turismo, Elia Frapolli, ha esordito ieri nella sua allocuzione per il 1° agosto a Blenio.

«Sono cresciuto a Camorino - in quella che oggi è la grande Bellinzona - ma è da quando sono bambino (un “fant” mi si diceva nel dialetto di qui) che, con i miei genitori, trascorriamo le vacanze nella Valle del Sole, poco lontano di qui, a Sommascona. Tutt’oggi per me non esiste luogo più bello, magico e riposante», ha spiegato.

Frapolli non ha potuto che decantare «la bellezza del Sud delle Alpi». «Ogni regione ha le sue caratteristiche, i suoi simboli. Il Cervino è per certi versi il simbolo della Svizzera. Il Sosto è l’emblema della Valle di Blenio. I bleniesi hanno sempre rivendicato la propria autonomia tanto che il patto di Torre del 1181 stipulato con i leventinesi viene da qualcuno indicato come il predecessore del Patto del Grütli del 1291. Come molti svizzeri i bleniesi hanno partecipato al servizio mercenario dell’esercito Napoleonico. Profondamente svizzeri. Profondamente bleniesi».

«La Valle di Blenio è un territorio splendido, ricco di tradizioni e dalle grandi potenzialità turistiche - ha quindi aggiunto -. Il settore turistico in questo territorio ha potenzialità enormi in virtù della gente che lo abita. Voi bleniesi. Voi che spesso, nel corso della storia, avete dimostrato di essere un passo avanti agli altri».

Quindi il direttore di Ticino Turismo ha voluto rendere omaggio alla Valle prendendo spunti da sei parole «chiave» fortemente interconnesse con il settore turistico: innovazione, gastronomia, arte, natura, storia e accademia.

Con "innovazione" ha evocato la storia della famiglia Gatti partita nell’800 alla conquista di Londra. «Hanno costruito un impero nella capitale britannica introducendo il concetto di ristorante e caffè come luogo polivalente di socialità e di svago. Ma come ben sapete non si sono fermati alla ristorazione, sono stati precursori anche in altri ambiti come la produzione di ghiaccio (rinomati a Londra i loro gelati) e la fornitura di energia elettrica».

Con "gastronomia" ha ricordato «il più grande cuoco del Rinascimento», il famoso Maestro Martino, originario di Torre.

Con "arte" ha quindi snocciolato nomi quali quello dello scultore Giovanni Genucchi e del fotografo Roberto Donetta.

Con "natura" si è invece fatto riferimento al botanico e scienziato Mosè Bertoni, nato a Lottigna.

Con "storia" Frapolli ha definito i bleniesi «dei combattenti» ricordando come, da sei anni, le feste tradizionali delle Milizie Storiche figurino sulla «Lista delle tradizioni viventi in Svizzera».

Con "accademia", si è infine concludo il percorso evocativo con Piero Martinoli, cresciuto ad Acquarossa e che nel 2006 ha preso le redini dell’Università della Svizzera Italiana.

Frapolli ha quindi rivolto lo sguardo al presente su una valle «pronta a guardare al futuro». «Chi vive tra le montagne - ha concluso - è abituato a salire, a lottare prima di raggiungere la vetta. Lo sono i bleniesi, lo sono gli svizzeri».

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