Un maggio particolarmente piovoso ha favorito in maniera esponenziale il proliferare della peronospora larvata. Gli esperti: «Situazione grave»
BELLINZONA – «Il mese di maggio è stato fatale per la nostra viticoltura. In 30 anni di attività non ricordo una situazione simile. È grave». Giuliano Maddalena, presidente della Federviti ticinese, è amareggiato. Nella Svizzera italiana la peronospora larvata, il cosiddetto "negron", sta mettendo in ginocchio i viticoltori. L'uva, in centinaia di vigneti, è praticamente da buttare. «I danni economici – spiega Maddalena – per alcuni saranno enormi. Purtroppo non esistono assicurazioni contro la peronospora. Non ci saranno dunque risarcimenti».
Una malattia aggressiva – Da Biasca a Bellinzona. Da Locarno a Mendrisio. Il "negron", malattia che fa appassire, diventare scuri e seccare gli acini, sembra avere colpito ovunque. «L'unica zona che è stata un po' risparmiata – prosegue Maddalena – è il Luganese. Poi ci sono alcuni singoli casi positivi anche nelle altre regioni. Ma in generale c'è da piangere. In Ticino si coltiva prevalentemente Merlot, che di per sé è già un tipo di uva parecchio sensibile».
Maledetta umidità – Ma come si è arrivati a una situazione del genere? «Ha piovuto praticamente durante tutto il mese di maggio – ricorda Sacha Pelossi, presidente dei viticoltori e vinificatori ticinesi –. Questo ha creato un ambiente di grande umidità, in cui la peronospora ha trovato terreno fertile. In condizioni simili era anche difficile fare i trattamenti anti parassitari ai vigneti. Le infezioni hanno aggredito le viti con facilità. E il caldo di giugno e luglio non ha fatto che peggiorare le cose».