Per il direttore artistico Carlo Chatrian «è una sfida alla programmazione che sicuramente il pubblico accoglierà». Un film «godibilissimo» che non deve spaventare per la sua lunghezza
LOCARNO - 812 minuti. È questa la durata del film più lungo mai proiettato al Festival di Locarno. “La Flor”, del regista argentino Mariano Llinàs, è in concorso alla 71esima edizione in programma dal 1. agosto. Un film di 13 ore e 32 minuti che il direttore artistico Carlo Chatrian definisce «godibilissimo»: «È molto lungo, ma è composto da tante storie e quindi da un punto di vista della fruizione non presenta difficoltà, anzi viene la voglia di proseguire nella visione».
«La risposta alle serie tv» - Ma perché proporre un film così lungo? «Io l’ho definito, un po’ grossolanamente, “la risposta del cinema alle serie tv” - ci spiega Chatrian -. Perché è un film diviso in episodi, dove però uno non rimanda all’altro, ma le storie rimangono sospese. Ogni episodio è una storia diversa, un genere diverso. Quindi è un omaggio anche ai vari generi della storia del cinema». L’elemento conduttore della pellicola? Quattro attrici, «le muse ispiratrici del film».
Come fruire "La Flor" è lo stesso regista a suggerirlo. Spiega infatti Chatrian che «Llinàs all’inizio entra in scena e fornisce uno schema del film, lo racconta. Interviene di tanto in tanto. Inoltre, al quarto episodio - che è una sorta di omaggio al cinema d’autore, un film nel film - chi ha lavorato alla produzione della pellicola svela al pubblico: “È da tanto tempo che stiamo girando questo film”».
La programmazione - Con una durata di 812 minuti, “La Flor” è una sfida anche per la programmazione del Festival di Locarno. Il film verrà infatti mostrato secondo due modalità diverse. «La prima è quella per la quale il regista ha pensato il film stesso: diviso in tre parti, che sono i tre atti del film (e non corrispondono agli episodi). Verrà mostrato mercoledì 8, giovedì 9 e venerdì 10 agosto». La seconda modalità di fruizione, concordata con il regista, è divisa in sette parti: «Una sorta di accompagnamento a tutto il Festival, ogni mattina a partire da sabato fino al venerdì successivo». Il film di Llinàs si potrà vedere facilmente al Festival: «O si inizia la giornata con “La Flor” o lo si vede in tre giornate».
Una sfida - Un film lungo, da fruire in giorni diversi all’interno di un Festival che propone tante altre pellicole. Secondo il direttore artistico, tuttavia non si corre il rischio “di perdere il filo”, perché «il film ha una qualità di racconto molto forte. La storia rimane in sospeso ed è questa la sfida della pellicola». Per Chatrian, in fondo, è «una modalità con la quale siamo cresciuti, come con “Twin Peaks” che ci regalava un episodio a settimana. Qui si attenderà solo un giorno».
812 minuti, sei storie, quattro attrici principali e quasi un decennio di lavoro. Un film argentino che per la giuria e il pubblico del Festival rappresenta «una sfida nuova» che Carlo Chatrian - al suo ultimo anno alla testa della kermesse locarnese prima di diventare direttore della Berlinale - è «sicuro che il pubblico accoglierà».