LUGANO«Via le catene e altri blocchi dall’asilo di Dino»

DINO - L’ordine del magistrato è di non entrare nell’edificio, ma anche di rimuovere le catene dal cancello e ogni altro materiale che impedisce l’accesso alla struttura. Destinatario la precedente proprietaria, che però contesta il cambiamento di proprietà ed è in lite coi nuovi. L’asilo di Dino - già oggetto la scorsa settimana di un divieto d’uso da parte del municipio della Città - torna a far scorrere inchiostro. Stavolta la decisione del pretore del Distretto di Lugano va a favore dell’associazione asilo nido e del suo amministratore. Lo stesso cui la settimana precedente la medesima pretura aveva ordinato su istanza della controparte nella lite di astenersi da ogni atto in nome della società proprietaria dello stabile, di cui figura come responsabile.

Due atti, solo all’apparenza contraddittori, ma che testimoniano la guerra in atto tra l’attuale proprietà e quella precedente che sostiene di essere stata scippata dell’immobile. Una tesi che l’attuale amministratore Danilo Chiocca contesta fermamente. Spiega di essere venuto a conoscenza nel corso del 2017 della possibilità di affittare la struttura di Dino quale asilo per l'infanzia: «Mi venne garantito che non era un problema ottenere i necessari permessi e iniziare l'attività. Accettai fidandomi di quanto riferito e invece...».

Senza entrare nell’inestricabile matassa delle rispettive colpe e dei reciproci dispetti (un compito gravoso e non invidiabile che spetterà alla magistratura), limitiamoci al presente. Fermo restando la necessità di superare l’attuale divieto d’uso (emanato in relazione a dei lavori - da eseguire - per il risanamento delle canalizzazioni), Danilo Chiocca tiene a far sapere che «l’asilo rimarrà aperto, in quanto l’associazione farà di tutto per rimanere operativa». Affaire à suivre. Ma anche no.