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«Ma quale de Chirico, quel quadro non è del Maestro»

BALERNA / ITALIA«Ma quale de Chirico, quel quadro non è del Maestro»

03.07.18 - 16:08
Si fa ancora più misteriosa la vicenda attorno al dipinto scoperto casualmente a Balerna e rimasto nascosto per più di un secolo
tio.ch/20minuti
«Ma quale de Chirico, quel quadro non è del Maestro»
Si fa ancora più misteriosa la vicenda attorno al dipinto scoperto casualmente a Balerna e rimasto nascosto per più di un secolo

ROMA - “Parigi, 1911”, il dipinto svelato ieri al pubblico a Balerna, non è un quadro di de Chirico. O perlomeno questa è la tesi della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, organizzazione che tutela istituzionalmente la figura artistica e intellettuale del Maestro.

La Fondazione, totalmente all’oscuro del ritrovamento, si dissocia infatti «in maniera radicale e categorica» da quanto sostenuto dalla Boga Foundation (che ha curato le fasi di restauro), una fondazione «dall’attività nebulosa» con sede a Tradate (Varese).

«L’opera presentata - sostiene una portavoce della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico - è totalmente estranea alla produzione di qualsiasi fase pittorica dechirichiana e, già dalla visione dell'immagine, se ne può escludere la paternità. Tale opera non ha nulla di artistico, ma è piuttosto uno studio accademico di mediocre fattura. Non ha niente a che fare con lo stile di de Chirico, tantomeno con quello metafisico».

Da noi contattato, il professor Luigi Soroldoni, che si è occupato dell’analisi diagnostica, precisa di non essersi occupato direttamente dell'attribuzione: «Il quadro è stato autenticato per iscritto dal professor Claudio Strinati, da decenni un grande studioso della metafisica dechirichiana e Consigliere Scientifico della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico». Il professor Strinati, ha aggiunto, «è stato anche incaricato della presentazione e redazione dell'ultimo e definitivo Catalogo generale della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico». 

L’ufficio stampa della Boga Foundation, invece, non è al momento raggiungibile a causa di un lutto. Il professor Soroldoni ha però tenuto a smentire il fatto che la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico fosse allo scuro di tutto: «Sono venuti a visitarci durante i lavori di restauro, quindi erano a conoscenza del ritrovamento».

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