Il Ticino è rimasto l’ultimo cantone dove resiste il legame con uno studio dentistico. La legge che apre al libero esercizio è stata approvata a dicembre e cresce l’attesa per l'entrata in vigore
BELLINZONA - In tutta la Svizzera, tranne il nostro cantone, l’indipendenza professionale delle igieniste è una realtà da tempo, addirittura dagli inizi degli anni duemila. In Ticino ci si sta arrivando con lentezza, attraverso anche un’iniziativa parlamentare nel 2013, e ancora la revisione della norma non è operativa (vedi box sotto).
«È un’ingiustizia» dice Tatjana Horvat. Non era facile trovare qualcuno disposto a parlare di questa disparità tra i cantoni. Per incontrare questa persone Ticinonline/20Minuti si è spinto fino a Zurigo, dove lavora attualmente Tatjana, igienista dentale che per diciassette anni ha svolto la propria professione in Ticino (dove da due decenni vive, facendo da tre anni e mezzo la pendolare, «a dimostrazione dell’amore che nutro per Lugano e il cantone»). «Da anni - spiega - diverse igieniste aspettano di poter aprire un’attività per conto proprio, come indipendenti. Lo scorso dicembre sembrava fatta, ma poi...».
Poi sono passati quasi sette mesi è ancora non c’è una data per l’entrata in vigore della revisione della Legge sanitaria, accolta dal Gran Consiglio il 15 dicembre 2017, revisione che ha esteso ad altre categorie professionali, tra cui gli igienisti dentali, la possibilità di esercitare a titolo indipendente. Meglio sarebbe dire le igieniste dentali, trattandosi di un mestiere a maggioranza al femminile. Ma il vecchio binomio igienista-dentista sembra avere radici profonde, difficili da estirpare. Nell’ambiente c’è chi aspetta fiducioso, come Lisa Boschetti presidente delle igieniste della Svizzera italiana: «Stanno preparando le varie regolamentazioni e per questo ci vorrà ancora un po’ di tempo» (vedi articolo sotto). E c’è invece chi, come Tatjana Horvat definisce «il ritardo anomalo, tale da generare sospetti».
Sospetti che muovono dalla considerazione che a perderci con la nuova legge sarebbero appunti i dentisti. Molte igieniste non amano parlarne, proprio per il legame di dipendenza con i loro datori di lavoro. Da oltre San Gottardo la nostra interlocutrice parla più liberamente. Spiegando anche che, in media, una brava igienista, a tempo pieno, genera per lo studio dentistico un fatturato tra un minimo di 300mila e un massimo grossomodo di 350mila franchi all’anno. E tanti studi hanno più di un’igienista. Tolto un salario medio di 80mila franchi, i contributi sociali e altre spese, al datore di lavoro rimane una sostanziosa entrata: «Un’igienista che si mette in proprio può realizzarsi meglio - osserva Tatjana -. Anche se la collaborazione con il dentista va sempre apprezzata e rispettata, ma quello che manca oggi è la possibilità di scegliere». Contro una loro indipendenza, continua Tatjana, ci sarebbe il fatto che «circa l’80% delle persone va dal dentista in primis per il controllo annuale e la pulizia dei denti. Una brava igienista fidelizza i clienti. Ecco perché siamo molto importanti per i dentisti». Inoltre ci sono altri nodi da sciogliere: «C’è sempre più sfruttamento e dumping salariale. Oltre a una grande problematica frontaliera: ci sono addirittura igieniste italiane che lavorano senza diplomi o con diplomi scarsi». E ancora un altro problema: «Troppe volte l’assistente di profilassi viene fatturato, all’insaputa del cliente, come igienista dentale».
Dell’antico binomio igienista-dentista si salverebbe poco. Certo ci sono anche svantaggi. L’igienista in proprio non può fare radiografie e sbiancamenti ad alta percentuale. Ma basteranno per scoraggiare chi vuole tentare l’avventura?
Il Cantone: «La legge non stravolgerà l’attuale panorama organizzativo»
L’impazienza degli igienisti dentali e le risposte dalla Divisione della salute pubblica che parla di tempi tecnici per l’attuazione della revisione della legge sanitaria. «Le novità introdotte necessitano di alcune normative d’applicazione e regolamenti del Consiglio di Stato» spiega Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica. «Va tenuto conto - prosegue - che la legge sanitaria regolamenta più di venti professioni, ognuna con le proprie specificità, e oltre 7000 professionisti». La commissione sanitaria ha introdotto, ad esempio, il requisito dei due anni di pratica professionale per il libero esercizio. «Come capita anche a livello federale o cantonale dall’approvazione all’entrata in vigore di una legge possono passare degli anni. Non sarà così con la legge sanitaria - tranquillizza il capodivisione -. Quello delle prestazioni, che le igieniste a titolo indipendente potranno e non potranno fare, è stato un tema delicato e discusso tra Ordine dei medici e l'associazione delle igieniste. Ora sottoporremo una proposta al governo. Un’ordine di tempo per l’entrata in vigore? Dipenderà dalle riflessioni del Consiglio di Stato, potrebbe però essere subito dopo la pausa estiva». Ma l’associazione di categoria, conclude, Bianchi, «è stata informata di recente sui nodi da sciogliere. Non c’è nulla di segreto. L’esperienza degli altri cantoni ci dice però che la possibilità di esercizio indipendente non porta a stravolgere il panorama organizzativo per cui l’igienista resta fondamentalmente legata a uno studio dentistico».