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CANTONEScuola ticinese più connessa, ma senza WhatsApp

26.06.18 - 12:40
Ecco la strategia informatica del Cantone: investimenti per 47 milioni su cinque anni. E nuove norme sull’utilizzo dei dispositivi personali
Scuola ticinese più connessa, ma senza WhatsApp
Ecco la strategia informatica del Cantone: investimenti per 47 milioni su cinque anni. E nuove norme sull’utilizzo dei dispositivi personali

BELLINZONA - Nelle aule ticinesi la didattica non potrà passare da WhatsApp. Le nuove norme sull’uso dei dispositivi personali elaborate dal Dipartimento dell’educazione (DECS) prevedono infatti che gli insegnanti non possano «sollecitare l’uso di piattaforme elettroniche o di sistemi di comunicazione da parte degli allievi in violazione dei limiti di età». E - lo ricordiamo - di recente WhatsApp ha aumentato da 13 a 16 anni l’età minima per accedere all’app. Le norme, che saranno indicate alle scuole medie e che saranno adottate con un margine di autonomia, sono state presentate poco fa nell’ambito di una conferenza stampa sulla strategia informatica negli istituiti ticinesi.

Un approccio positivo - Non si tratta comunque di proibire agli allievi i dispositivi personali. «Il nostro resta un approccio positivo, sottolineando le opportunità, e ricordando i limiti e i pericoli» ha detto il consigliere di Stato Manuele Bertoli, direttore del DECS. In generale negli istituti scolastici i dispositivi di comunicazione personali dovranno comunque essere «non visibili e in modalità “aereo”», con le eccezioni che saranno definite dalle singole sedi scolastiche (utilizzo nelle pause oppure nell’ambito di determinate attività didattiche).

Il telefono nel cassetto - E se l’allievo viola le norme? Il dispositivo potrà essere ritirato, ma dovrà essere riconsegnato prima del rientro a casa. «Su questo aspetto abbiamo constatato approcci diversi, a volte anche illegali» ha sottolineato Emanuele Berger, coordinatore del DECS e direttore della Divisione scuola.

Digitalizzazione «indispensabile» - La strategia informatica prevede comunque soprattutto la digitalizzazione di tutte le scuole cantonali ticinesi, sia dal punto di vista dell’hardware sia da quello dell’integrazione dei mezzi tecnologici nella formazione. Una digitalizzazione che su cinque anni prevede un investimento di 47 milioni di franchi (e sui dieci anni si parla poi di 75 milioni). «È un’infrastruttura indispensabile non soltanto per fare funzionare le scuole, ma anche per educare gli allievi all’utilizzo delle nuove tecnologie» ha affermato Bertoli.

Dotazione inadeguata - E per ora le scuole ticinesi sono rimaste indietro, come si evince da un rilevamento a tappeto effettuato dal Centro di risorse didattiche e digitali. In particolare, lo ha illustrato il direttore Daniele Parenti, «la dotazione hardware è inadeguata e la connettività è limitata». L’obiettivo è dunque di portare in tutte le aule il Wi-Fi, e almeno un PC e un beamer. Oltre all’introduzione in tutte le sedi di aule di informatica mobili, cioè dispositivi che possono essere portati in aula per un impiego interdisciplinare della tecnologia.

Più competenza digitale - Attualmente nelle scuole medie ticinesi si conta un computer ogni 9,5 allievi. La media elvetica è di 7. La situazione ticinese è invece paragonabile alla Repubblica Ceca (10), che ha però ottenuto il miglior punteggio sul fronte delle competenze digitali degli allievi. «Per questo si lavorerà anche in quest’ambito» ha sottolineato Parenti.

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