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MORBIO INFERIORESuccesso per il progetto Animazione Intergenerazionale

06.06.18 - 19:52
Mercoledì 6 giugno si è svolta la serata “Conoscersi, giocare, imparare” per festeggiare i primi due anni di progetto
Successo per il progetto Animazione Intergenerazionale
Mercoledì 6 giugno si è svolta la serata “Conoscersi, giocare, imparare” per festeggiare i primi due anni di progetto

MORBIO INFERIORE - Il progetto di animazione intergenerazionale portato avanti dalla Fondazione Casa San Rocco in collaborazione con Mission Bambini e SUPSI continua con grande soddisfazione degli addetti ai lavori e dei partecipanti alle attività.

Mercoledì 6 giugno a Morbio Inferiore si è svolta la serata “Conoscersi, giocare, imparare” per festeggiare i primi due anni di progetto, esporre le attività e i risultati raggiunti e ringraziare tutti
coloro che hanno partecipato alla riuscita del progetto stesso.

Nell’ultimo anno e mezzo sono state organizzate più di 135 attività di animazione intergenerazionale strutturate, con una media di 8 attività al mese e 2 alla settimana. Ad ogni attività partecipano in media 20 anziani e 12 bambini con il coinvolgimento di 12 classi delle scuole elementari, 4 delle scuole dell’infanzia, scuole di musica, associazioni e gruppi parrocchiali.

John Gaffuri, direttore della Fondazione Casa San Rocco, ha espresso il suo entusiasmo rispetto ai primi risultati raccolti dal progetto: «Inizialmente il fattore che ci ha incoraggiati ad abbracciare il concetto di animazione intergenerazionale è stato pensare che il benessere dei residenti potesse aumentare grazie all’interazione con persone di età diverse. Con il consolidarsi delle attività e l’aumentare della partecipazione questo auspicio iniziale è stato confermato ed è emerso poi anche il beneficio che i bambini e i ragazzi, singolarmente e all’interno dei rispettivi gruppi, possono avere nella vita di tutti i giorni. Gli spazi e l’apertura della casa verso l’esterno possono quindi portare un contributo effettivo al miglioramento e al mantenimento delle relazioni sociali di tutta la comunità e favoriscono al contempo un ritorno all’aiuto reciproco e alla condivisione che caratterizzavano in passato la vita in paese».

È stato poi Alberto Barenghi, responsabile ufficio progetti Mission Bambini, a prendere la parola condividendo con il pubblico la motivazione che ha portato la Fondazione Mission Bambini a
partecipare al progetto: «Abbiamo deciso di partecipare perché abbiamo una lunga esperienza nel sostegno a progetti educativi per bambini e ragazzi. In più qui abbiamo colto un forte carattere innovativo, rappresentato dal coinvolgimento di diverse fasce d’età e nell’apertura al territorio. Questo progetto nasce proprio nell’ottica di quello che viene definito “welfare comunitario”: le persone, in questo caso bambini e anziani, non sono più concepite come utenti di servizi ma diventano attori protagonisti del proprio benessere, grazie anche al rafforzamento delle relazioni, valorizzate appunto come fonte di benessere psico-fisico. Anche la valutazione dell’impatto sociale svolta da SUPSI sta dando positive evidenze in questo senso e ci conferma nella scelta di sostenere il progetto».

Grazie a Jenny Assi, docente e ricercatrice SUPSI, è stato possibile comprendere le modalità di misurazione dell’impatto che le attività intergenerazionali hanno sulla comunità di riferimento: «Alfine di poter avere una visione complessiva dell'impatto delle attività di animazione intergenerazionale del Parco San Rocco di Morbio Inferiore, abbiamo avviato per la prima volta quest'anno un processo di valutazione che ha permesso di raccogliere importanti indicazioni sugli obiettivi delle attività e sulle esperienze dei partecipanti, attraverso interviste semi strutturate a docenti, animatori, residenti, bambini e genitori che hanno permesso di raccogliere importanti indicazioni sugli obiettivi delle attività e delle esperienze vissute. Questa valutazione ci permetterà di sviluppare ulteriormente le future attività intergenerazionali con l’obiettivo di ottenere maggiori benefici per tutti i partecipanti».

Il pubblico presente in sala ha poi potuto rendersi conto della tipologia di attività grazie all’intervento di Matteo Orefice, responsabile servizio attivazione e riabilitazione di Casa San Rocco, e Roberto Raveglia, educatore e curatore degli incontri intergenerazionali di Casa San Rocco.

Roberto Raveglia ha condiviso delle testimonianze dirette di chi è stato coinvolto nelle attività: «L’esperienza dei bambini delle scuole di Morbio Inferiore rappresenta un chiaro esempio di come attività di questo tipo possono contribuire ad aumentare la conoscenza di un’importante realtà del proprio paese di residenza, portando i bambini a riconoscere come famigliare un luogo fino a quel momento distante dal loro quotidiano. In un certo senso, inoltre, la vicinanza con diverse generazioni, può contribuire a portare i bambini a una nuova percezione di inclusione sociale».

La serata si è conclusa con un video rappresentativo delle attività svolte, dove i bambini e i residenti presenti in sala hanno potuto riconoscersi e il pubblico ha potuto comprendere l’ampiezza delle attività proposte.

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