Le persone che in Ticino devono ricorrere all'aiuto pubblico sono ancora aumentate di 133 unità. La maggioranza di loro è sola. il 26.2% sono figli minorenni o maggiorenni in formazione
BELLINZONA - Che in Ticino ci fosse il problema delle persone che per vivere devono ricorrere all'assistenza è un problema noto. Ma il numero esatto non sempre è conosciuto. Per questo i dati sull'assistenza sociale relativi all'anno passato - diffusi oggi dal DSS -sono molto importanti per monitorare un fenomeno che risulta (purtroppo) sempre in crescita. Sono infatti 5'282 le famiglie, composte da 8'077 persone, che a dicembre 2017 vivevano grazie all'assistenza nel nostro Cantone.
Sempre più famiglie in difficoltà - Nello specifico, in Ticino 5'282 nuclei familiari hanno beneficiato del sostegno sociale. Lo 0.3% in più rispetto allo stesso mese del 2016. Un altro dato parecchio preoccupante è il numero di persone che vivono in queste famiglie: sono 8'077. Con un incremento di 133 persone rispetto ad un anno prima (+1,7%). Il Dipartimento della sanità e della socialità precisa che «il numero delle persone che beneficiano del sostegno sociale comprende tutti i membri appartenenti al nucleo familiare, siano essi coniugi, conviventi o figli». Figli - minorenni o maggiorenni ma in formazione - che, sulle 8'077 persone che beneficiavano del sostegno sociale rappresentano il 26.2%.
Meno domande accettate - Nel 2017 sono state accettate 1'742 domande di assistenza. Un numero inferiore rispetto a quello degli ultimi quattro anni. Il DSS ha notato che negli ultimi cinque anni il numero di domande accettate risulta inferiore a quello delle domande chiuse. «Tra i motivi annotiamo l’uscita verso il mondo del lavoro (26.5%, pari a 469 casi), l’uscita verso assicurazioni sociali o altre prestazioni sociali cantonali (26.3%) e l’interruzione del contatto (32.4%).
Profilo dei beneficiari - La maggioranza delle persone in assistenza vive da sola (71.8%). Per quanto riguarda la nazionalità, in testa troviamo gli svizzeri (60.2%) mentre si è notato un calo negli stranieri provenienti dall'Unione europea (-9.4%).
Passando all'età, le persone tra i 36 e i 55 anni rappresentavano quasi la metà dei titolari del diritto (2’606, 49.4%). Rispetto a dicembre 2016, l’aumento più marcato si è riscontrato tra i titolari di età compresa tra i 56 e i 65 anni (+75, +9%). Vi è stata invece una diminuzione tra i giovani dai 18 ai 25 anni (-47, -6.7%).
Considerando il livello di formazione, il 53.4% dei titolari del diritto era in possesso di una formazione post-obbligatoria, mentre il 41.3% aveva al più terminato l’obbligo scolastico. Per quanto concerne lo statuto occupazionale, quasi la metà dei titolari di prestazioni era costituita da persone disoccupate in cerca di lavoro (48.3%), per le quali si è verificato un incremento rispetto a dicembre dello scorso anno (+150, +6.2%). Il 19% era invece rappresentato da persone attive professionalmente, in diminuzione rispetto a dicembre 2016. Il 32.8 % risultava invece inattivo professionalmente a causa di malattia, formazione o della propria situazione personale o familiare.