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BELLINZONAAveva investito un bimbo: ma alla base del prestito c’è altro

09.05.18 - 09:01
Caso Bomio: non sono state le spese legali derivate dall’incidente a fare precipitare nell’emergenza finanziaria il marito della funzionaria indagata per corruzione passiva
tipress
Aveva investito un bimbo: ma alla base del prestito c’è altro
Caso Bomio: non sono state le spese legali derivate dall’incidente a fare precipitare nell’emergenza finanziaria il marito della funzionaria indagata per corruzione passiva

BELLINZONA – Nell'aprile del 2015 a Giubiasco, mentre si trovava in servizio come postino, aveva urtato mortalmente un bambino di due anni. Ma non sarebbe stato questo episodio a farlo precipitare in una situazione di emergenza finanziaria. L’uomo, un 60enne del Bellinzonese, è il marito della funzionaria statale indagata per corruzione passiva in seguito a un prestito ottenuto da Flavio Bomio, ex presidente della Società nuoto di Bellinzona in carcere per coazione sessuale e ripetuti atti sessuali su fanciulli. È, insomma, il principale beneficiario di quei 50.000 franchi.

Un anno dopo il dramma – Bomio, nella primavera del 2016, quando già stava scontando la pena detentiva di 11 anni, aveva concesso un prestito all’uomo, sposato con una sua diretta referente, funzionaria della Divisione cantonale della giustizia. Il prestito si sarebbe concretizzato circa un anno dopo l'incidente.

Altri fattori – La transazione, avvenuta in un colpo solo, ed emersa in occasione della dichiarazione delle imposte di Bomio, non sarebbe tuttavia legata al dramma personale vissuto dal 60enne, come invece era stato riportato inizialmente da alcuni media. Non sono state le spese legali derivate dalla tragedia a fungere da fattore scatenante. L’uomo si sarebbe ritrovato in una condizione di necessità economica per altre ragioni, al momento non note.

Secondi fini e vantaggi – L'inchiesta sta cercando di chiarire se il prestito di 50.000 franchi sia avvenuto senza secondi fini. Oppure, se Bomio ne abbia tratto vantaggio. Va specificato che la donna non aveva poteri decisionali. Il suo ruolo era, ad esempio, quello di dare preavvisi in caso di congedo o di alleggerimento della pena. Stando ai primi interrogatori, la funzionaria, nei confronti della quale si ipotizza anche il reato di accettazione di vantaggi, non avrebbe fatto particolari pressioni su Bomio per ottenere il prestito.  

 

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