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MALVAGLIA«Vi presento il mio angolo di far west»

07.05.18 - 06:02
A casa di Mauro Solari, classe 1970, tra cimeli indiani e abiti da cowboy. Visita (con video) a un piccolo, grande, “museo”
«Vi presento il mio angolo di far west»
A casa di Mauro Solari, classe 1970, tra cimeli indiani e abiti da cowboy. Visita (con video) a un piccolo, grande, “museo”

MALVAGLIA – Fucili, pipe indiane, faretre, frecce, attrezzi da cowboy. C’è un angolo di far west, a Malvaglia. È a casa di Mauro Solari, idraulico, classe 1970. Supportato dalla compagna Giuliana Cassani, già campionessa europea di monta western, ha accumulato centinaia di oggetti legati all’America dell’ottocento. Una collezione impressionante. «Il primo oggetto che ho acquistato era una mazza apache – dice –. Io avevo 17 anni. Ed ero già un grande lettore del fumetto Tex, di cui possiedo tutti i numeri».

Sono tutte simulazioni – È geloso del suo piccolo museo, Mauro. Inizialmente è irrigidito dalla nostra presenza. Poi si scioglie e ci racconta, davanti alle telecamere, la storia di alcuni oggetti. «Sono comunque tutte simulazioni, comprate prevalentemente in Italia. I pezzi originali avrebbero prezzi proibitivi per me. Qui c’è di tutto. Dagli indumenti dei soldati che hanno combattuto la guerra di secessione a quelli degli indiani sioux o navajo. Cimeli di ogni genere».

Orrore dimenticato – Il tema dei nativi americani affascina Solari. «Sono stati massacrati. E troppo spesso ce ne dimentichiamo. Si parla tanto dell’Olocausto in Europa. Giustamente. Ma ci si dimentica dell’orrore che sono stati costretti a subire gli indiani d’America, per colpa degli europei che hanno conquistato le loro terre».   

La libertà è un’utopia – Il 48enne bleniese ne è convinto. «Capire la storia della conquista del west serve per capire l’America di oggi. Io nel west ci sono stato, da turista. Ho girato California, Utah, Nevada, Arizona. Oggi i veri nativi americani fanno la fame. Forse è meglio non vedere certe cose. Forse è meglio continuare a vedere gli indiani che attaccano i cowboy nei film. Mi chiedo come un popolo che è riuscito ad andare sulla luna, e che fa della libertà uno dei suoi motti, abbia potuto consentire un simile degrado».

Territorio rivoluzionato – Nella sua abitazione di Malvaglia, Solari ha anche due cavalli statunitensi. Con la compagna fa spesso escursioni nella natura. Lasciando libero spazio all’immaginazione. «Ho la passione per le vicende storiche. Dietro ai miei interessi non c’è nulla di commerciale. Sono affascinato dal progresso che ha caratterizzato l’America con l’arrivo di pionieri e trapper. Sono attratto dalla corsa all’oro. Il territorio è stato rivoluzionato in poche decine di anni».    

Trump non è un vero americano – Però ci sono sempre quelle stragi sullo sfondo, che a Solari proprio non vanno giù. «L’America più volte è stata bagnata dal sangue, nel corso del diciottesimo e del diciannovesimo secolo. Io penso che la gente dovrebbe andare un po’ oltre. Oggi vediamo Trump in televisione. Il presidentissimo degli Stati Uniti. Ma quello non è un vero americano. I veri americani sono stati quasi tutti sterminati».  

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