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CANTONEIl club degli scontenti: «Hanno fatto leva sulle paure della gente»

29.04.18 - 14:25
Critici i Verdi che accusano «un modo poco trasparente di fare politica». Per i comunista invece è «emergenza sociale». UNIA: «Ora 52,5 milioni di franchi in meno nelle casse dello Stato».
Un momento della votazione - Archivio TiPress
Il club degli scontenti: «Hanno fatto leva sulle paure della gente»
Critici i Verdi che accusano «un modo poco trasparente di fare politica». Per i comunista invece è «emergenza sociale». UNIA: «Ora 52,5 milioni di franchi in meno nelle casse dello Stato».

BELLINZONA - Il clan deluso dall’esito della votazione popolare sulla riforma fiscale si sta facendo sentire. I primi a prendere la parola sono i Verdi, che si definiscono “costernati” e parlano di una «votazione caratterizzata da una campagna che ha fatto leva sulle paure», accusano «un modo poco trasparente di fare politica», una politica «che lascia l’elettorato in confusione»,  e si arriva al catastrofismo con «il nostro territorio e la qualità di vita dei ticinesi sono, questa domenica, i veri perdenti da questo drammatico modo di fare politica».

Ci si sofferma anche sulla bassa partecipazione, appena il 32.4%. «Il basso tasso di partecipazione mostra chiaramente che molti cittadini, confusi da questa campagna, hanno semplicemente deciso di non andare a votare, un dato davvero preoccupante che deve far riflettere».  E ancora: «Il risultato ottenuto va molto al di là del reale elettorato dei referendisti, altro segnale che mostra uno scontento della popolazione e lo scollamento sempre più profondo tra cittadini e classe politica. Da oggi è urgente più che mai che la politica si metta in ascolto con umiltà dei reali bisogni della popolazione, senza giochetti e sotterfugi».

L'MPS - Anche l’MPS mette in evidenzia una campagna elettorale poco chiara  e «incentrata su una presunta “simmetria dei vantaggi” che ha reso difficile, fin dall’inizio, la campagna referendaria».
Spiega l’MPS: «La campagna condotta ha permesso in sostanza di realizzare due aspetti fondamentali: da un lato dimostrare la profonda iniquità contenuta negli sgravi fiscali; ha convinto poco la tesi del governo che questi sgravi fiscali avessero ricadute positive dal punto di vista economico e dal punto di vista della tenuta del gettito fiscale cantonale. Dall’altro dimostrare la pochezza e una certa aleatorietà della cosiddette misure “sociali”, diventando a tutti chiaro che esse erano ostaggio degli sgravi fiscali e che non vi era nessuno volontà reale, in chi le proponeva, di avviare mutamenti fondamentali nella politica sociale del Cantone nell’ambito degli asili nido e del sostegno ai giovani».

I comunisti -  Duro commento anche per il Partito comunista, per il quale è “emergenza sociale”. «Purtroppo la maggioranza dei nostri concittadini si è lasciata convincere dalla presunta contropartita, cioè quella riforma cosiddetta sociale su cui la destra ha costruito un ignobile ricatto: o accettate i regali ai ricchi oppure vi togliamo anche l’elemosina! Un modo di fare che deploriamo ma che dimostra una cosa: vi è una tale emergenza sociale nel nostro Paese che i cittadini sono pronti a ogni compromesso, anche al ribasso, pur di risolverla. Ci spiace che parte del fronte sindacale e progressista abbia preferito giocare al ribasso, con un compromesso vantaggioso ai ricchi e al padronato e svantaggioso per la stragrande maggioranza della popolazione».

Sindacato UNIA - Rammarico viene espresso anche dal sindacato UNIA che colpevolizza «la disinformazione portata avanti dal Governo e dal comitato favorevole alla riforma, con il continuo richiamo improprio a contenuti sociali nonostante si tratti di misure esclusivamente fiscali», un comportamento che secondo UNIA «favorirà i milionari e le grosse imprese e farà venire a mancare 52,5 milioni di franchi alle casse dello Stato».

Forum Alternativo - Parole durissime arrivano da Forum Alternativo che se la prende con il Partito socialista, reo di aver contribuito a una campagna fondata da “menzogne e ricatti” disorientando così pubblica progressista del cantone. «Se la sinistra, che ormai è arrivata a toccare il fondo in questo cantone, vorrà rinascere, non potrà che sbarazzarsi di certi personaggi, cercando di ricostruire una vera alternativa con i salariati, i precari, gli studenti, le donne e tutti coloro che soffrono per la politica neoliberista portata avanti dalla casta al potere. Vanno ora prefigurati nuovi orizzonti e si pone con urgenza la necessità di costruire una nuova grande organizzazione della sinistra.  Per 193 voti di scarto, la maggioranza delle elettrici e degli elettori ticinesi ha accettato la riforma fiscale, che garantisce 52 milioni di regali ai super ricchi e alle grandi aziende. Si tratta di una somma praticamente uguale a quella che il Consiglio di Stato ha tolto negli ultimi anni ai più bisognosi, tagliando in assegni integrativi, in quelli di prima infanzia e riducendo i sussidi di cassa malati. A seguito di questi tagli ora molte persone sono finite in assistenza pubblica». 

Comitato unitario contro la Riforma fiscale - Il PS ha espresso la sua delusione in un comunicato firmato dal Comitato unitario contro la Riforma. L'attenzione è stata posta sul «ridottissimo scarto» che ha diviso i voti favorevoli e contrari: «In seno alla popolazione non c'è un patto sociale a sostegno di questa riforma», di conseguenza «metteremo in discussione gli ulteriori pacchetti di sgravi fiscali destinati alle persone particolarmente facoltose e alle grandi aziende».

Nonostante l'esito finale, si tratta di un «risultato eccezionale ottenuto dal fronte di sinistra rosso-verde». Un risultato che «mostra un cantone spaccato in due» e un patto sociale che «in seno alla popolazione non c'è».

Il Comitato critica inoltre l'oggetto  «poco chiaro» in votazione, che ha portato al risultato risicato e alla scarsa partecipazione al voto: «Benché si sia votato esclusivamente sulla modifica della legge tributaria, i sostenitori della riforma hanno fatto volontariamente pesare il ricatto del ritiro delle misure sociali, già votate in Parlamento e che non sono state messe in discussione da un referendum».

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COMMENTI
 

F.Netri 5 anni fa su tio
Ho l'impressione che sia stata una votazione che si basava su poveri contro ricchi, sopraceneri contro sottoceneri e sinistra contro destra. Inoltre, l'affluenza alle urne è stata poco sopra il 30%. Questo sembra indicare che di poveri, in Ticino ce ne siano davvero pochi, altrimenti l'affluenza alle urne sarebbe stata molto più alta.

TI.CH 5 anni fa su tio
Un'altra volta abbiamo fatto il gioco dei capitalisti, penalizzando i meno fortunati, Ticinese Spagürat svegliatevi! Di questo passo perderemo tutte le prestazioni sociale fino ad ora conquistate andando a erodere il fondo assistenza.

TI.CH 5 anni fa su tio
Bravo ! Per te che pensi che non ci sia un problema fai vedere che sei un egoista ,che se ne frega di chi è meno fortunato di te.

patrick28 5 anni fa su tio
Sono d'accordo con Danny50, per una volta. Era una riforma molto equilibrata che abbassava un po' le imposte e investiva 20 milioni nella socialita'. Bravo Vitta

siska 5 anni fa su tio
Roba da matt! credo bene che questo cantone non funzionerà mai e non verrà mai distribuito il pane a tutti anche ai "poveri" in quanto tra fregnacce e garbugli la politica ticinese dei "da pù" ancora una volta ha vinto. Chi crede alla favola della riforma é stato addormentato dal sistema. Poi leggo qualche post dell'immacolato di turno che da rimproveri ai "poveri", a questi gli auguro solo di avanzare con gli anni e arrivare là e mangiare la crusca e per crusca gli auguro di farsi un mazzone....la vita é lunga e le cose cambieranno ancora e ancora anche per questi fenomeni.

Danny50 5 anni fa su tio
Arrivare a questo risultato del fronte del no, composto solo dai rossoverdi é preoccupante. Questo cantone é sull’orlo del baratro, in mano ai poveri che vogliono vivere da ricchi, sono invidiosi e sperano di poter continuare a rubare i ricchi solo perché c’é un po’ più di sole che negli altri cantoni. Scendete dal pero, poveri illusi, mantenuti dal resto della confederazione e imbastarditi fino all’osso.

ugobos 5 anni fa su tio
l 85 % dei ticinesi è ricco. non vedo il problema

sedelin 5 anni fa su tio
in questo pasticcio creato ad arte dalla casta dominante é preoccupante sapere che i socialisti si sono schierati dalla parte sbagliata: vergognatevi e cambiate nome!

siska 5 anni fa su tio
Già ma il ticinese é ancora affrancato alla mentalità politica dell'ottocento e crede ancora ciecamente a quanto i sarcedoti di questo cantone gli viene "consigliato" su come votare. La casta politica NON regalerà mai e poi mai nulla di più di quanto tolto ingiustamente fino ad oggi anzi ecco in parole povere: il povero o quello meno povero del povero sia suddito della casta politica e imprenditoriale di questo cantone e abbia consapevolmente o inconsapevolmente (gravissimi tutti e due i casi) regalato 52 milioni ai ricchi che se ne fregheranno altamente degli svizzeri e residenti= in pratica continueranno ad assumere frontalieri. Ed il peggio del peggio é che qualcuno ha già l'intenzione di andare a tagliare ancora alle fasce più deboli.
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