Cerca e trova immobili

BELLINZONALicenziata per furti, è stata assunta al Cantone

19.04.18 - 09:15
Il caso di un'ex bancaria è rimasto nascosto per anni. Le vittime sono state “tacitate” in cambio di soldi
fotolia
Licenziata per furti, è stata assunta al Cantone
Il caso di un'ex bancaria è rimasto nascosto per anni. Le vittime sono state “tacitate” in cambio di soldi

BELLINZONA - Ogni giorno, la signora M.*  si presenta puntuale all'ufficio del Dss dove lavora, a Bellinzona. È un'impiegata impeccabile, da anni. Dei suoi colleghi nessuno conosce il suo passato.

Vittime tacitate - Lei del resto ha buoni motivi per non raccontarlo in giro. Da giovane, quando lavorava presso una banca della regione, M. ha commesso una serie di furti ai danni della clientela. Fu licenziata: ma la banca non ha mai sporto denuncia al Ministero pubblico. Per questo non è possibile ricostruire il numero delle vittime. Almeno due di loro, come tio.ch-20minuti è in grado di dimostrare, furono “tacitate” con accordi privati in cambio di soldi. 

«Le denunce dalle banche sono calate» - Il problema dei clienti "silenziati" non è una novità, a dire il vero, nella piazza finanziaria. A tio.ch/20minuti alcuni giorni fa il capo della Sezione reati economici e finanziari della Polizia cantonale Fabio Tasso ha raccontato come «negli ultimi anni le denunce da parte delle banche nei confronti di dipendenti disonesti si sono azzerate». Prima della crisi finanziaria «erano in media una ventina all'anno» in Ticino, sottolinea il commissario: «Forse i reati sono calati. O forse è una questione d'immagine». 

Le segnalazioni - Il caso di M. fa propendere per la seconda ipotesi. Il segreto è noto all'impiegata e a pochissime altre persone. Tra queste forse anche un suo superiore: la cosa tuttavia, finora, non è mai stata un problema. Segnalazioni verbali in passato sono arrivate anche al Dipartimento – raccontano testimoni – ma senza conseguenze. M. ha continuato a lavorare alle dipendenze dello Stato, con mansioni d'ufficio. 

La denuncia che non c'è - Le voci col tempo si sono spente, nonostante la gravità dei fatti. Una delle vittime tacitate, da noi contattata, si è rifugiata dietro al «no comment». Un ex vertice della banca conferma il licenziamento ma afferma di non sapere, se la denuncia sia stata sporta o meno: «Per prassi queste fattispecie delicate venivano segnalate alla nostra sede centrale, che poi valutava se sporgere denuncia o meno». Evidentemente la risposta è no.

Verifiche imminenti - Il Ministero Pubblico, interpellato, non si esprime sul caso specifico «per ragioni di privacy». L'avvocato Paolo Luisoni di Bellinzona conferma di avere patrocinato la donna ma non entra in dettagli, perché «vincolato dal segreto professionale». Abbiamo provato a contattare l'impiegata, ma senza successo. La direzione del Dss per contro fa sapere che avvierà delle verifiche sul caso.   

* nome noto alla redazione

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE