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CANTONEDerubarono un tassista, chiesta l’espulsione

16.04.18 - 17:49
L’accusa propone pene detentive fino a quindici mesi nei confronti dei due imputati. La difesa: «Si trattò di un furto»
Tipress
Derubarono un tassista, chiesta l’espulsione
L’accusa propone pene detentive fino a quindici mesi nei confronti dei due imputati. La difesa: «Si trattò di un furto»

LUGANO - «Si trattò di rapina e i due agirono in correità». È quanto sostiene il procuratore pubblico Moreno Capella, proponendo una pena detentiva di 15 mesi rispettivamente di 12 mesi nei confronti di un 33enne angolano e di un 24enne portoghese. Per entrambi chiede inoltre l’espulsione dal paese per cinque anni, «pur essendo difficilmente eseguibile per il 33enne che al momento non ha più una nazionalità». Lo scorso 7 ottobre i due derubarono un tassista a Lugano, ma sono accusati anche di una serie di furti e di contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti

Testimonianza affidabile - Per l’episodio dello scorso autunno, nella sua requisitoria l’accusa fa leva in particolare sulla testimonianza fornita dalla vittima, «sempre risultata costante e affidabile, anche nel confronto con i due imputati». E pure corrispondente con la versione iniziale del 24enne. Secondo il procuratore sarebbe indubbio il reato di rapina, in quanto il tassista è sempre rimasto fermo sulla violenza subita durante il colpo: «Il fatto che la vittima abbia opposto resistenza e che gli autori del colpo abbiano fatto ricorso all’azione fisica configura chiaramente il concetto di violenza» sottolinea.

«Era il detentore della refurtiva» - E per quanto riguarda la correità, il coinvolgimento del 33enne nel reato sarebbe confermato dal fatto che quest’ultimo si è dato alla fuga di corsa nella stessa direzione del 24enne e «immediatamente dopo è stato il detentore della refurtiva». E l’accusa precisa: «Questo non è il comportamento di una persona che vuole tutelarsi, di una persona che ha intenzione di restituire il maltolto».

La difesa: «Tesi insostenibile» - Sull’accusa di rapina, l’avvocato Gaia Zgraggen (patrocinatrice del portoghese 24enne) non ci sta: «Si trattava di un furto». La legale sottolinea quindi che l’ipotesi di rapina si basa «soltanto» sulla testimonianza del tassista che, a suo dire, non sarebbe credibile: «A differenza di quanto sostiene l’accusa, in corso d’inchiesta ha cambiato più volte la sua versione». Sulla stessa linea l’avvocato Giovanni Augugliaro, difensore del 33enne angolano, che parla di una requisitoria «tutta tesa a costruire un legame inesistente tra i due imputati, una tesi insostenibile».

Le richieste dei difensori - Zgraggen chiede che il 24enne venga condannato a una pena pecuniaria per furto e per contravvenzione alla legge federale sugli stupefacenti. «Non ci sono pertanto i presupposti per un’espulsione». Per il 33enne il legale Augugliaro esclude il coinvolgimento nel furto al tassista. Parla piuttosto di ricettazione per il fatto che l’angolano ha preso il bottino. E sottolinea - auspicando una pena sospesa a favore di un trattamento ambulatoriale - che un’espulsione non sarebbe opportuna, in quanto il 33enne è cresciuto qua e nel suo paese, «che non lo vuole», non ha contatti.

Il giudice Marco Villa comunicherà la sentenza giovedì 19 aprile alle 15.30.

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