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«Io, da aracnofobica ad amante dei ragni»

SIGIRINO«Io, da aracnofobica ad amante dei ragni»

17.04.18 - 07:01
L’incredibile metamorfosi di Mabel Petrillo-Bernardi dà speranza a chi soffre di un problema che, con l’inizio della primavera, torna di stretta attualità.
Foto Tio/20minuti - D.Giordano
«Io, da aracnofobica ad amante dei ragni»
L’incredibile metamorfosi di Mabel Petrillo-Bernardi dà speranza a chi soffre di un problema che, con l’inizio della primavera, torna di stretta attualità.

ARACNOFOBIA

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

SIGIRINO – «Da aracnofobica ad appassionata di ragni». È la storia di Mabel Petrillo-Bernardi, 41enne di Sigirino. A raccontare il suo piccolo, grande, percorso è lei stessa, in un video di Ticinonline/ 20 Minuti. E lo fa in un mese, quello di aprile, che per eccellenza terrorizza gli aracnofobici. «È un mese in cui la natura si risveglia – spiega Françoise Liloia, docente di corsi di desensibilizzazione dalla paura dei ragni –. In inverno i ragni non vanno in letargo. Si rintanano in buchi e fessure. Da inizio primavera in poi tornano allo scoperto».

Il ragno che spunta dalle banane – E c’è dell’altro. Perché stando a uno studio dell’istituto di zoologia dell’Università di Berna, già risalente allo scorso decennio, negli ultimi 150-160 anni è stata introdotta involontariamente in Europa una novantina di specie di ragni esotici. Colpa del riscaldamento globale. Ma anche del commercio, che ha abbattuto ogni frontiera. L’ultimo campanello di allarme è arrivato da un supermercato di Baar (Zugo), dove di recente un ragno letale è spuntato da un casco di banane, terrorizzando la clientela.   

La tegenaria domestica – Insomma, tempi duri per gli aracnofobici. Non a caso, iniziative come quella di Liloia sono gettonatissime. «In una realtà come la nostra – sottolinea l’esperta – è soprattutto la comune tegenaria domestica a spaventare. È il comune ragno marrone che popola le nostre abitazioni. Fa paura perché è brutto. Ma è innocuo, assolutamente non velenoso. E ha molto timore di noi».   

Gente che scappa e che piange – Ed è quanto Liloia cerca di fare capire ai suoi corsisti, attraverso un percorso graduale. «Spesso è la non conoscenza a farci avere pregiudizi. Al corso vedo scene di panico, gente che scappa, che piange di fronte a un ragno. Ma poi, una volta che familiarizza con l’animale, lo prende in mano, se lo fa camminare addosso. Spesso si associano questi animali allo sporco. In realtà sono pulitissimi e utilissimi all’ecosistema. Eliminano un sacco di altri insetti».

Cultura popolare e credenze – L’esperta evidenzia un altro aspetto fondamentale. «Bisogna anche dire che la cultura popolare e le credenze religiose hanno alimentato i nostri incubi. Anche il cinema e la letteratura ci hanno messo del loro. Praticamente nessun ragno al mondo ti attacca. E quelli letali sono rari. In Svizzera non ne esistono. Non abbiamo il clima giusto per fare in modo che ragni come quello "sbarcato" a Zugo possano proliferare. Nella vicina Italia, invece, ci sono varianti del ragno violino e della vedova nera. Sono due specie che possono causare problemi medici. Ma le loro conseguenze sono assolutamente gestibili e curabili».  

L’aspetto insolito – Tra chi, grazie a un corso di desensibilizzazione, è riuscito a superare le proprie paure c’è Mabel. «Sono cresciuta a Bironico, vicino a un bosco. Avevo ragni e scorpioni in casa. E ogni volta andavo in panico. Mi spaventavano anche quelle otto zampe che si muovevano in modo strano. Crescendo, la situazione non è migliorata. Anzi. La paura la traslavo anche su altri animali dall’aspetto insolito. Una volta mi è entrata una libellula in casa e sono andata in iperventilazione».

La sfida – Tutto questo fino a poco più di due anni fa. «Ho preso coraggio e mi sono presentata al corso. In quell’occasione appena ho visto il ragno sono scappata in un angolo del locale. Nei giorni successivi, ho cercato di elaborare quanto avevo appreso. Mi dicevo: “In fondo non fanno nulla, sono utili”. L’ho presa come sfida. Sono andata a cercarli. Ne ho toccato uno, poi due, poi tre. Finché mi sono abituata».       

Gestione delle emozioni – Per Mabel è una grande vittoria personale. Che applica in altri settori della sua quotidianità. «Imparare a gestire la paura dei ragni ti è utile per gestire le emozioni di tutti i giorni. Impari a tenerle a bada. A conoscere i tuoi limiti. Col tempo mi sono avvicinata anche a insetti e altri animali che prima mi facevano schifo e paura. Oggi addirittura faccio parte dei volontari dei guardiani della natura. Non avrei mai potuto farlo prima. Quando vado nei boschi e vedo un ragno lo prendo sempre in mano. Ne sono affascinata. E a Lugano, durante una recente esposizione, ho addirittura preso in braccio una tarantola. La mia vita è stata stravolta».   

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COMMENTI
 

Lucadue 6 anni fa su tio
Quando ero adolescente, la mia camera da letto aveva 3 finestre affiancate e in quella centrale un grosso ragno tesseva la sua tela. D'estate lasciavo aperta la finestra centrale si modo che le zanzare ci cadessero, e Lucrezio, questo è il nome che ho dato al Ragno, ne cavava la sua sussistenza farcita da qualche mosca che gli catturavo. In pratica era un utile e simpatico animale domestico.

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a Lucadue
Hai risposta a @Nina Birra che li ritiene inutili. Inoltre non ti dico il risparmio sulla zanzariera ;-))

Tato50 6 anni fa su tio
Una notte mi è successo di sentire qualche cosa che mi "grattava" il viso con delicatezza e ho pensato che fosse la mia amica che si stava divertendo a passarmi leggermente le unghie sul viso. Quando mi sono svegliato, di fianco a me c'era una cimice cinese che dormiva beatamente ;-))

siska 6 anni fa su tio
Bé a chi non ha paura e non prova un po' di schifo che fortuna! A me é capitato di camminare per una stradina fuori paese e di trovarmi sulla spalla un grosso ragno marrone/nero mai visto così grosso...non ho fatto colazione a causa dello stomaco chiuso, evviva!!

F.Netri 6 anni fa su tio
L'aracnofobia non è certo un problema di stretta attualità!

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a F.Netri
Ci sono infinite fobie che ti condizionano la vita e se non ti aiuta qualcuno non ne esci. Certo avere un ragno che mi entra in una narice non è il massimo della libidine, a parte il solletico, ma aver paura della folla, degli spazi vuoti e altro ancora, se non lo combatti ti confini dentro casa, non socializzi più e un giorno ti spari !!

F.Netri 6 anni fa su tio
Risposta a Tato50
Sono perfettamente d'accordo, caro Tato. Comunque, l'aracnofobia non è certo un problema di stretta attualità. :-))

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a F.Netri
Concordo, è si una fobia ma che ti può succedere ogni tanto; però, quelle che ho citato, quando entri in un supermercato perché il frigo è vuoto e comincia il cuore a raggiungere la soglia dell'infarto, sudorazioni, pavimenti che girano, tremolio, difficoltà a respirare e altro, molli il carrello e scappi. Poi con l'aiuto di chi queste cose le conosce entrano in gioco altri fattori, dei piccoli trucchi che ti insegnano piano piano a gestire il problema. Ci vogliono però settimane prima che entri ed esci da solo e dici "in fondo sono ancora vivo". Salutami "creme caramel" ; non l'ho mai dimenticata ;-))

F.Netri 6 anni fa su tio
Risposta a Tato50
Lo farò con piacere :-))

Tato50 6 anni fa su tio
Risposta a F.Netri
Grazie ;-))))))))
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