Sette associazioni sociali e sindacali hanno esposto le ragioni del sì alla riforma fiscale-sociale in votazione a fine aprile
BELLINZONA - Questa mattina alla Casa del Popolo si sono riunite sette associazioni sociali e sindacali che hanno esposto le regioni del sì alla modifica della legge tributaria in votazione il prossimo 29 aprile. E si sono concentrati quasi esclusivamente sulla parte sociale della riforma.
La necessità di cambiamento in questo ambito è stato l'argomento principale utilizzato da tutte e sette le associazioni. «È ora che ci siano degli standard minimi nel settore dell'educazione. Con questa riforma si sancisce quel cambiamento tanto atteso. Si tratta di un riconoscimento dell'attività da sempre prestata spesso da singole iniziative private, a sostegno dei bisogni di conciliabilità famiglia-lavoro» ha dichiarato Stevens Crameri, dell'Associazione ticinese delle strutture d'accoglienza per l'infanzia.
«Si tratta di far fare un salto in avanti al Ticino, che rispetto agli altri Cantoni è rimasto indietro per quel che riguarda soprattutto gli asili nido» ha aggiunto Stéphanie Michaud, del Gruppo Operatrici asilo nido del Sindacato VPOD. «I genitori si ritrovano a dover affidare a qualcuno il proprio figlio, per poter continuare a lavorare. Questa riforma permetterà di aiutare concretamente le famiglie».
Dello stesso avviso è Zora Ghielmini, del Gruppo operatrici asilo nido del Sindacato OCST: «Sono molte le zone ancora non coperte dagli asili nido, e questa riforma permetterà di ridurre questo problema. Inoltre le liste d'attesa, che purtroppo sono lunghe, verranno accorciate».
Giorgia Realini, della Federazione ticinese famiglie diurne si è invece focalizzata sul problema del turnover delle operatrici. «Gli stipendi creano un cambio di operatrici non indifferente, e a subirne le conseguenze sono i bambini. Gli stipendi non sono allettanti, e chi trova un lavoro meglio retribuito se ne va. Non si può continuare così. Per questo la riforma è fondamentale».
Non solo bambini - La parte sociale della riforma non parla solo di bambini, ma anche di famigliari curanti, cioè tutti coloro che si occupano di un parente a casa. «Bisogna riconoscere l'importanza economica e sociale del loro ruolo. Per la prima volta in Ticino si potrà introdurre nella base legale il concetto di famigliari curanti. Pertanto questa riforma per noi è una svolta epocale» ha dichiarato Danilo Forini di ProInfirmis Ticino e, Moesa.
Consultori - Nel 2016 la Confederazione ha deciso di interrompere il finanziamento dei Consultori a partire dal 2019, ritenendo che questo compito debba essere assunto dai Cantoni. E pertanto è stato inserito nella riforma. Concretamente, se passerà la votazione, verrà creato un nuovo e unico Centro che raggrupperà le attività dei due consultori, nonché le attività di formazione e la messa a disposizione di competenze in materia di conciliazione. «Le misure offerte nel pacchetto sociale costituiscono un passo avanti considerevole in materia di sostegno alla famiglia e alle aziende favorendo condizioni di accesso al mercato del lavoro di donne e uomini, con ricadute positive sulla qualità di vita, sui redditi famigliari, sul consumo e sul sistema di sicurezza sociale» ha detto l'avvocato Nora Jardini Croci Torti.
Durante la conferenza si è parlato anche di differenze di genere. La FAFTPlus, Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus, ritiene che le misure sociali abbiano un impatto molto positivo sulla riduzione delle differenze di genere, proprio perché «si affronta in modo concreto il tema della conciliazione lavoro-famiglia, e si risponde ai bisogni ben noti delle famiglie con bambini piccoli, monoparentali e con gravi invalidi. E non da ultimo si apre la possibilità che le nuove generazioni compiano scelte più libere e consapevoli nei percorsi formativi» ha infine dichiarato la presidente Marialuisa Parodi.