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«Io, ragazza in carrozzina, e la mia corsa a ostacoli quotidiana»

LUGANO«Io, ragazza in carrozzina, e la mia corsa a ostacoli quotidiana»

22.03.18 - 08:21
Continua la grande battaglia di sensibilizzazione di Silvia Arioli, affetta da una malattia rara. Il video per le vie cittadine
Davide Giordano
«Io, ragazza in carrozzina, e la mia corsa a ostacoli quotidiana»
Continua la grande battaglia di sensibilizzazione di Silvia Arioli, affetta da una malattia rara. Il video per le vie cittadine

LUGANO – «Sì, il mio a volte sembra davvero un percorso a ostacoli». Silvia Arioli, classe 1982, è la giovane donna in carrozzina, affetta da una malattia rara, che ormai da anni sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’accessibilità alle infrastrutture per le persone con disabilità. Stavolta Silvia ha accettato di accompagnarci per le vie di Lugano. E di mostrare, davanti alle telecamere di 20 minuti/tio.ch, quali sono gli inconvenienti che una persona nella sua condizione incontra quotidianamente. «Anche un semplice marciapiede può essere un problema».

È un Ticino “vecchio” – In Svizzera circa una persona su sette ha una disabilità fisica, sensoriale o cognitiva. Una buona parte ha anche difficoltà motorie. «Il problema è che nella Svizzera italiana parecchi edifici, ma anche diversi arredi urbani, sono vecchi» sostiene Sara Martinetti, portavoce di Inclusione andicap Ticino. E non ha tutti i torti. Basti pensare che circa il 60% degli ascensori in Ticino ha tra i trenta e i quarant'anni. «Le nuove norme edilizie di dettaglio, molto recenti – riprende Martinetti – comprendono facilitazioni per le persone con disabilità. I disagi, tuttavia, sono nel presente. E sono comprensibili».

Manca ancora la sensibilità – Gradini troppo alti, rampe assenti o troppo ripide, porte strette, gabinetti inaccessibili. «A volte manca proprio la sensibilità da parte di architetti o ingegneri – puntualizza Silvia Arioli – il bagno pubblico di Carona, vicino al Parco San Grato, è dotato di ogni comfort per i disabili. Ma per arrivarci bisogna fare le scale. Assurdo. Eppure non è stato costruito negli anni Settanta. Si parla tanto di inclusione. Ma mettere un gradino a sproposito non significa fare inclusione. Ed è quel gradino a renderci andicappati. Non la disabilità in sé».

Per le vie urbane – Il tour con Silvia parte davanti all’ufficio postale di Molino Nuovo. «In questa zona si nota come i marciapiedi siano molto alti per le persone che circolano in sedia a rotelle». Ci si sposta poi nei dintorni dell’ospedale Italiano. E qui emergono nuove difficoltà. Con gli alberi sul marciapiede a impedire il passaggio della carrozzina. «Ma anche – evidenzia Silvia – con una rampa parecchio ripida che porta al ponte sul Cassarate». Il test si chiude davanti a un semaforo. «E qui ci si rende conto di come il pulsante di chiamata del verde sia posto eccessivamente in alto».

Dialogo con le istituzioni – Inclusione andicap Ticino da tempo sta portando avanti un dialogo costruttivo con le istituzioni. «Le risposte sono buone. Ad esempio, entro la fine del 2023, tutte le fermate del trasporto pubblico devono essere accessibili alle persone con disabilità. E questo comprende l’accesso alla stazione, allo sportello, ai bagni. E poi ancora: uno scalino rialzato affinché il bus possa avvicinarsi e permettere alla persona in carrozzina di salire a bordo».

Il problema è anche economico – Tutto positivo. Ma, restando sul caso specifico, è dal 2004 che da Berna sono arrivate simili direttive. Perché si sta attendendo l’ultimo momento per realizzare questi correttivi? I disagi dei portatori di andicap non rappresentano una priorità per la politica? «Il fatto – ribatte Martinetti – è che si tratta di progetti che necessitano di grossi finanziamenti pubblici. È plausibile che i tempi si dilatino».

Boom di segnalazioni – Silvia Arioli continuerà a lottare. E invita chi si trova confrontato con una disabilità a fare altrettanto. «Non si può fare finta di niente». Del resto, le segnalazioni relative a inaccessibilità architettoniche che giungono a Inclusione andicap Ticino, sono in aumento. «Riceviamo circa un’ottantina di segnalazioni all’anno. La gente ci tiene a denunciare queste cose. C’è sempre più consapevolezza » conclude Martinetti.

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COMMENTI
 

Shion 6 anni fa su tio
Architetti e ingegnieri. Solo il nome dice tutto su questi personaggi.

87 6 anni fa su tio
Risposta a Shion
Abbi comprensione di architetti e ingegneri (senza la i dopo "gn"): sono gente che studia per ottenere l'ambito pezzo di carta che aprirà loro molte porte. Poco importa che vedano o meno le reali difficoltà delle persone che realizzano e utilizzano i loro progetti. E non sono tanto meglio quei burocrati che approvano questi progetti solo sulla carta, ma senza utilizzare l'immaginazione per immedesimarsi con i futuri utenti.
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