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LUGANO«Ho 73 anni e un’unica missione: far felici gli altri»

15.03.18 - 08:31
In Ticino mancano volontari. La Centrale Operativa del Volontariato è sempre alla ricerca di nuovi iscritti. La storia di Annemarie che trascorre le sue giornate aiutando gli altri
«Ho 73 anni e un’unica missione: far felici gli altri»
In Ticino mancano volontari. La Centrale Operativa del Volontariato è sempre alla ricerca di nuovi iscritti. La storia di Annemarie che trascorre le sue giornate aiutando gli altri

LUGANO - In Ticino c’è una carenza di volontari. Chi opera nel settore fa fatica a trovare nuove leve disposte a offrire il proprio tempo gratuitamente per aiutare gli altri. Hanno difficoltà le varie associazioni e le più colpite sono quelle attive nel settore socio-sanitario dove , la domanda supera di molto l’offerta.

Ma c’è anche chi come Annemarie, alla veneranda età di 73 anni, decide di dedicare la propria vita al prossimo. «Mi occupavo già di mio marito, e quando è morto una decina di anni fa ho continuato a fare quello che sapevo fare, cioè aiutare gli altri».

Di cosa si occupa esattamente?

«Pro Senectute mi ha affidato due signore. O loro mi chiamano o lo faccio io se non le sento per due settimane. Le accompagno a fare la spesa, ovunque abbiano bisogno di recarsi, dal medico al parrucchiere. È molto importante ad una certa età di non lasciarsi andare: magari prima di uscire dico: «Ci mettiamo un po’ di rossetto?». E le reazioni sono sempre positive. Bisogna un po' sapere come stimolare l'interesse delle persone per la vita».

Cosa spinge una persona a fare volontariato?

«È difficile rispondere, perché io l’ho fatto per tutta la mia esistenza. Per quel che mi riguarda non riuscirei ad immaginarmi di stare a casa tutto il giorno. È l’amore verso l’altro, bisogna continuare a vivere questa vita incredibilmente interessante. Voglio che anche gli altri abbiano la possibilità di vivere quello che vivo io. Mi piace troppo vivere, e voglio che anche gli altri abbiano lo stesso entusiasmo. Bisogna sorridere con gli altri, non degli altri. La missione è quella di far felici le persone. Quando sono rimasta vedova mi sono detta che avevo tutto il potenziale per fare quello che avrei sempre voluto fare».

Quali sono le difficoltà che si possono incontrare facendo volontariato?

«Per me è facile riuscire a non vedere i problemi, perché penso sempre che ci sia una soluzione. Non esistono difficoltà in questo “mestiere”, per quel che mi riguarda».

E quali sono invece i lati positivi?

«Si conosce un sacco di gente interessante. Per me è un piacere andare in giro con le persone che mi vengono affidate. Ad esempio ultimamente accompagnavo una signora di 92 anni, e mi sono resa conto che riusciva ancora ad avere fascino sugli uomini. Queste cose ti danno un incoraggiamento, una carica straordinaria. Significa che la vita non è finita».

Ci sono dunque legami che vanno al di là dell’aspetto professionale?

«Per me sì. Io sono qui per tutti. Anche se non stanno bene sanno che possono telefonarmi anche di notte. È importante che abbiano la certezza di non essere soli. Siamo come una catena. Da soli non possiamo stare insieme, ma uniti diventiamo qualcosa. E questo lo si costruisce con le parole ma soprattutto con i fatti».

Cosa consiglierebbe a chi vuole provare un’attività di volontariato?

«La curiosità è la cosa più importante. Ci sono anche anziani che sono di cattivo umore, ma per me è una sfida farli sorridere, ed è bellissimo quando ci riesco. Io cerco di dar loro la voglia di scherzare, nel senso buono. Un volontario non deve prendersi troppo sul serio, e deve ricordarsi che senza di loro, gli anziani in questo caso, non sono nulla. Se loro stanno bene sto bene anche io. E poi i volontari spesso si fanno un sacco di problemi, tipo «come devo reagire se...». Si fa quello che si deve fare e se necessario si chiama aiuto. Il consiglio che posso dare è di non pensare troppo e di lanciarsi, provare.

Centrale Operativa del volontariato - Nella Svizzera italiana sono diverse le associazioni che offrono un aiuto gratuito. Nel 2015 l'Assistenza Cura Domicilio (ACD) per offrire un miglior sostegno ai suoi utenti ha unito le forze con la sezione Sottoceneri della Croce Rossa e Pro Senectute hanno dato il via alla creazione di una Centrale Operativa del Volontariato (COV). 

L’inserimento del volontario a domicilio avviene dopo una valutazione fatta in équipe non solo per contrastare la solitudine, ma anche per migliorare le capacità cognitive dell’anziano. Questo progetto rappresenta un unicum in Ticino per quanto riguarda la presa a carico dell’utente.
La COV si occupa del primo triage dei candidati volontari per una verifica degli ambiti d'interesse, e in un secondo momento anche della
formazione dei volontari.
La persona che intende avvicinarsi al mondo del volontariato ha a disposizione una vasta scelta di opzioni in base al proprio carattere e passioni: dalle attività a domicilio presso chi necessita di aiuto (momenti di compagnia, passeggiate, accompagnare a fare la spesa) fino alla partecipazioni ai centri diurni o offrendosi come autista. Il tutto al fine di facilitare l'autonomia, l'autostima e il mantenimento dei contatti sociali della persona che ha bisogno d'aiuto, con l'obiettivo di evitare l'isolamento sociale.

Vuoi diventare un volontario? - Chi vuole avvicinarsi al volontariato dedicando a questo mondo anche solo un paio di ore a settimana, o semplicemente chiedere informazioni, può chiamare la Centrale Operativa del Volontariato allo  091 912 17 75 oppure allo 079 320 24 03.

Ma che rapporto ha un utente con il volontario che viene a casa ad aiutarlo? Lo abbiamo chiesto ad Adriana, 82enne, che vive da sola.
Chi sei?
«Mi chiamo Adriana, ho 82 anni, sono sola in casa con due gatti. Però ho tante amiche. Prima di avere le mie due figlie lavoravo, poi sono stata casalinga per tanti anni». 
Come hai conosciuto Pro Senectute?
«Tramite gli assistenti sociali di Pro Senectute. Sono stata davvero contenta, e la volontaria che si occupa di me è davvero un angelo: mi porta con la sua auto a far la spesa tutti i martedì pomeriggio e mi aiuta nelle commissioni».
È stato difficile chiedere aiuto?
«Per quanto riguarda l’assistenza sociale all’inizio sì, anche perché dopo il divorzio è stato difficile. Prima stavo bene a livello economico, e ritrovarsi di colpo a dover dipendere da altri non è stato facile. Ma ora mi sento supportata».
Quanto è importante il contatto umano in queste occasioni?
«Il contatto umano è fondamentale, e con Pro Senectute ne ho trovato tantissimo. Mi sono trovata bene fin dall’inizio. La volontaria che mi aiuta è sempre super disponibile, non manca mai ad un appuntamento. Se ho bisogno di andare dal medico non si fa nessun problema. Mi sento molto protetta. E poi ci raccontiamo tutto, il rapporto non è solo professionale». 

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COMMENTI
 

samarcanda 6 anni fa su tio
Ma prima di far felici gli altri dobbiamo far felici noi stessi. È una falsità cristiana voler pensare (o far finta di pensare) solo al bene degli altri. Non ci credo, è contro natura.

centauro 6 anni fa su tio
Risposta a samarcanda
Penso che la signora Annemarie sia felice di se stessa prima di aiutare gli altri, ma è felicissima dopo averlo fatto!

Bandito976 6 anni fa su tio
Che prendano esempio gli altri pensionati al posto di pascolare in giro tutto il giorno con l'automobile
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