Dopo lo scandalo sovvenzioni, accuse anche in Ticino per «concorrenza sleale». La Posta risponde punto per punto
BELLINZONA - La polemica su Autopostale sembra senza fine. È notizia di ieri la falsificazione dei documenti per 1400 bus dell'azienda, nel 2013: veicoli vecchi, registrati come nuovi. Martedì l'inchiesta sugli illeciti emersi finora è stata affidata alla Polizia federale (Fedpol); intanto, iniziano a circolare voci su presunte irregolarità che il colosso para-pubblico potrebbe avere commesso anche in Ticino. Fra i trasportatori privati l'accusa ricorrente è «concorrenza sleale».
Sconti sulle imposte cantonali, esenzione dalla tassa sul trasporto pesante, rimborsi sul carburante: nei trasporti scolastici e turistici, Autopostale per anni avrebbe approfittato dei sussidi pubblici destinati invece ai servizi di linea, che l'azienda svolge normalmente sul territorio. «Così la regia di Bellinzona si è aggiudicata a prezzi stracciati diversi mandati pubblici per il trasporto scolastico, presentando offerte dopate ai sussidi» protesta un trasportatore privato. Secondo un altro operatore, gli stessi autobus che beneficiano delle sovvenzioni pubbliche verrebbero «utilizzati regolarmente da Autopostale per corse turistiche o scolastiche». La conferma? Alcuni bus sono stati "pizzicati" a trasportare sciatori o squadre di calcio e hockey nei giorni festivi (vedi foto).
Accusa respinta categoricamente da Autopostale. L'azienda dispone di 18 veicoli dediti unicamente ai servizi extra, in Ticino: mezzi che «non possono essere impiegati nel trasporto pubblico» spiega una portavoce. Inoltre «qualsiasi corsa al di fuori del trasporto pubblico viene regolamentata, attraverso un ordine di trasporto».
Polemica chiusa? Non proprio. A infastidire le compagnie ticinesi c'è un'altra pratica della Posta: quella di avvalersi di autisti a ore, e in alcuni casi di pensionati. L'azienda conferma di avere, al momento, 6 autisti a ore e 13 pensionati attivi in Ticino. «Molti conducenti – è la spiegazione – si sentono molto in forma e desiderano continuare a fare il loro mestiere anche dopo il pensionamento». Uno degli autisti, contattato al telefono, afferma di ricevere «circa 1000 franchi al mese per 36-38 ore di guida al mese» con cui arrotonda la pensione. «Il mio datore di lavoro non trovava candidati a queste condizioni, e mi ha chiesto di continuare». Per la concorrenza però, si tratta di «dumping salariale bello e buono».