Sulla delocalizzazione di DuPont Pioneer: «Non se ne va per ragioni fiscali, non manipoliamo la realtà»
LUGANO - «Il sindacato Unia Ticino sostiene il referendum contro la riforma fiscale perché difende i bisogni della maggior parte della popolazione e non gli interessi dei ricchi e la sete di profitto delle aziende». Questa la risposta all'interrogativo sollevato provocatoriamente negli scorsi giorni dal consigliere nazionale e presidente dell'Aiti Fabio Regazzi, in un intervento sulla stampa.
Un intervento, quello di Regazzi, definito da Unia «del tutto fuorviante». Per il sindacato, infatti, il presidente dell'Aiti ha «tentato di far credere che la decisione della DuPont Pioneeer di Manno di delocalizzare a Ginevra (e la conseguente cancellazione di 37 posti di lavoro in Ticino) sia dovuta alla scarsa attrattività fiscale del nostro cantone».
Quella di Regazzi sarebbe stata, per Unia, «una manipolazione della realtà, cui peraltro stanno contribuendo diversi rappresentanti padronali e delle istituzioni in questa fase di dibattito in vista della votazione del 29 aprile sul pacchetto di sgravi fiscali deciso dal Gran Consiglio lo scorso dicembre».
Il sindacato sottolinea come non solo a Ginevra l'aliquota fiscale globale sia più alta di quella ticinese, ma il trasferimento della DuPont Pioneeer rientrerebbe piuttosto in «un progetto di fusione strategico avvenuto tra alcune delle società leader mondiali nel settore dell'agrochimica che si spiega con la volontà di consolidare il business a Ginevra, come spiega la stessa multinazionale».
Non una fuga per ragioni fiscali, quindi «come prova a far credere Regazzi, oltretutto insinuando l'idea che dal Ticino sia in atto un “fuggi-fuggi” di aziende alla ricerca di un fisco più attrattivo. Falso anche questo». Unia critica infine quello che ritiene un «tentativo di speculare sulle disgrazie dei lavoratori già duramente colpiti per perseguire obiettivi politici, che evidentemente per Regazzi consistono in una cieca difesa degli interessi dei milionari e delle grandi imprese».