La Commissione della gestione nel suo rapporto critica l'operato dell'Ufficio della Imposte alla Fonte e chiede l'intervento del Governo
LOCARNO - C’è l'errata imputazione di una cospicua somma d’imposte alla fonte dietro la diatriba tra i comuni di Locarno e Lavertezzo che si trascina dal 2009. Il primo dei due, lamenta un credito di 490mila franchi e, ora, tramite il rapporto della Commissione della gestione, chiede che venga risolta questa «scabrosa vicenda».
Una vicenda che da quasi dieci anni vede susseguirsi lunghe e intricate vertenze fra i due Comuni. Nel 2009, infatti, l’Ufficio cantonale delle imposte alla fonte aveva erroneamente versato al Comune di Lavertezzo quasi mezzo milione di franchi che invece spettavano a Locarno. Stando al municipio locarnese, Lavertezzo aveva inizialmente rassicurato sul fatto che avrebbe ristornato la somma percepita per errore, ma poi si sarebbe rifiutato di farlo.
«Secondo un consolidato comportamento etico e deontologico - si legge nel rapporto della Commissione della gestione - è il Comune stesso a cui vengono assegnate imposte alla fonte indebite ad avvisare il l’Ufficio Imposte alla Fonte (UIF), che poi intraprende le dovute correzioni, come detto, con i conteggi dell’anno successivo». Di fatto, Lavertezzo lo aveva segnalato ritenendo che il Cantone avrebbe poi proceduto a correggere l’errore con il conteggio/conguaglio dell’anno 2011.
E proprio l’UIF, secondo la Commissione della gestione, avrebbe dovuto provvedere a stornare il mezzo milione inizialmente imputato erroneamente a Lavertezzo per accreditarlo a quello di Locarno. «Per ragioni inspiegabili che ancora oggi sono incomprensibili, l’Ufficio imposte alla fonte non ha mai eseguito l’operazione (in seguito dirà che mancava l’approvazione di Lavertezzo per farlo)».
Qualcosa è però cambiato nel corso degli anni. «Nel frattempo - prosegue la gestione -, il Comune di Lavertezzo è passato a negare la rifusione di quanto indebitamente percepito riferendosi ad improponibili ragioni, in parte anche contradditorie. In particolare richiamando una lettera ricevuta dall’UIF che indicherebbe la regolarizzazione della situazione con il conteggio/conguaglio dell’esercizio 2013».
L’UIF, però, avrebbe negato questa tesi, confermando che gli storni del conteggio di quell'anno (il 2013) non hanno niente a che fare con il mezzo milione oggetto della diatriba.
La posizione di Lavertezzo ha quindi spinto il Comune di Locarno a intimare un Precetto esecutivo e un ricorso alla CDT allo scopo di farsi riconoscere la somma. Ricorso che, sottolinea la gestione, «verte a chiedere la nullità di una decisione cresciuta in giudicato, nullità, va detto, che può essere ammessa solo eccezionalmente per grave ed evidente difetto e presuppone una violazione crassa ed evidente del diritto materiale, presupposti che nel caso troviamo tutti e che sono stati accertati, come rilevabile dalla copiosa documentazione, da tutte le parti in causa, UIF, Comune di Lavertezzo, Comune di Locarno, ma anche dal Consiglio di Stato».
La gestione critica infine l'operato dell’UIF che «oltre a commettere imperdonabili errori non si è certo impegnato più di tanto per ripararli». Sulla base di quanto sopra la Commissione della gestione sostiene la volontà del Comune di Locarno di avviare una procedura giudiziaria: «nella chiara speranza che il tribunale non solo riconosca la nostra legittima rivendicazione, ma anche che biasimi apertamente un comportamento riprovevole tra enti pubblici che non corrisponde alla consuetudine svizzera di collaborazione e rispettoso riconoscimento dei diritti altrui».
Al Municipio viene quindi chiesto di intraprendere una causa civile (la via penale è prescritta) dinanzi alla Pretura di Locarno-Campagna fondata sulle disposizioni di indebito arricchimento; e un’istanza d’intervento al Consiglio di Stato, quale organo di controllo dei Comuni.