Dopo il caso di una giovane chiassese raggirata sulle casse malati, scatta la rivolta dei consulenti "buoni": «Combattiamo le mele marce»
LUGANO – «Sì, questa è una giungla. Ed è giusto combattere le mele marce». Giacomo Schironi fa il broker assicurativo. Ed è infastidito dall’ennesima notizia trapelata da Ticinonline/ 20 Minuti in merito al raggiro di una cliente sul cambio della cassa malati. Una giovane donna di Chiasso a cui sono state fatte promesse mai mantenute. E che si è ritrovata così a pagare due complementari in contemporanea. «Questa gente sta rovinando il mercato - gli fa eco Ivan Bernaschina, consulente indipendente -. Ora vi spieghiamo come si fa a distinguere un broker serio da uno che vi vuole fregare».
Golose provvigioni - A essere finita sotto accusa è una società di comparazione delle casse malati con sede a Lugano. In particolare, stando anche ad altre testimonianze giunte nel frattempo in redazione, sarebbe il “modus operandi” aggressivo di alcuni consulenti a creare problemi ai consumatori. Allettati da golose provvigioni, pronti a tutto (anche alle frottole) pur di portare a casa un contratto. «Queste situazioni - ammette Schironi - non sono isolate. Per noi sono deleterie. Perché mettono diffidenza nei nostri nuovi potenziali clienti. Inutile nasconderlo: in giro ci sono broker che vogliono truffare il cliente. E le provvigioni hanno un peso. Ci sono anche tanti incompetenti. Non dimentichiamoci, però, di tutti quei professionisti seri che fanno bene il loro mestiere».
Caso risolto - La titolare nell’azienda luganese "incriminata", nel frattempo, ci ha contattati spiegandoci che la situazione della giovane chiassese sarà chiarita a breve e che è stata trovata una soluzione per disdire il contratto firmato erroneamente.
Niente call center – Ma, onde evitare che simili situazioni si ripetano, come si fa a capire se quello che si ha di fronte è un broker affidabile o meno? Prima regola: mai fidarsi dei call center. Bernaschina è chiaro. «Chi si appoggia a un call center per contattare la clientela, fa vendita, non consulenza. E dunque vuole vendere contratti». Punto secondo: chiedere sempre un biglietto da visita al broker. «Molti non ti lasciano niente - dice Schironi -. E non sai neanche con chi hai parlato. È giusto che il consumatore abbia completamente in chiaro per chi sta lavorando il consulente. Altrimenti potrebbe esserci il sospetto che si ha a che fare con un consulente "mordi e fuggi", che fa questo mestiere perché non ha altro da fare».
Sempre almeno due offerte – E c’è un altro aspetto da non sottovalutare. «Se il broker, al primo incontro, non fa alcuna domanda sul tuo stato di salute o sui tuoi interessi, qualcosa non quadra – afferma Schironi –. Come fa un broker a farti un'offerta valida, se non si interessa minimamente della tua situazione? Assurdo». Il broker vuole farvi cambiare cassa malati? Attenzione. Può essere che sia convenzionato con una compagnia che lo paga molto bene per portare a casa un contratto. «Il consumatore – riprende Bernaschina – deve sempre pretendere almeno due offerte legate a due casse malati differenti. Poi potrà scegliere».
Non nascondere problemi di salute – Occhio anche a non dichiarare il falso. «Se ci sono problemi particolari di salute – precisa Bernaschina – il consumatore li deve sempre dichiarare. Non bisogna mai nascondere nulla. Se vi propongono stratagemmi loschi, lasciate perdere. Un bravo consulente sa come presentare i casi eccezionali».
Attenti alle firme – E poi c’è la regola principe. Quella prioritaria. «Per avere un’offerta non occorre firmare alcun documento – evidenzia Schironi – . Ogni volta che mettete una firma, sappiate che state firmando un contratto. Probabilmente vincolante».
Settore sporco – Bernaschina non usa mezzi termini nel definire l’ambiente dei broker. E ribadisce: «Purtroppo è un settore sporco. Ci sono ottimi consulenti, ma ci sono anche persone che si improvvisano perché non hanno alternative. E che quindi, pur di fare bella figura e ottenere provvigioni, sono disposti a fare carte false. Alcune ditte sfruttano questi lavoratori. Li assumono per un certo periodo, per ottenere contratti dalla loro cerchia famigliare e tra i loro amici. Poi, dopo qualche mesi, quando questi “poveri” broker non hanno più contatti utili, ecco che vengono licenziati».
Le responsabilità delle casse malati – Ma c’è dell’altro. E Bernaschina lo ammette con trasparenza. «Anche le casse malati sono responsabili del malandazzo. Tollerano che ci siano broker irresponsabili sulla piazza, pur di ottenere qualche contratto in più. Guardano ai numeri e non alla qualità. Non è tollerabile eticamente».
Giro di vite – La situazione è talmente fuori controllo che le autorità stanno cercando di trovare soluzioni per contenere l’ondata di raggiri. «Presto – conclude Bernaschina – ogni broker dovrà ottenere una certificazione specifica». Insomma, burocrazia in arrivo. «Ormai per colpa di persone che non lavorano seriamente, ci vanno di mezzo anche quelli bravi. Io, in ogni caso, invito chi ha un broker di fiducia a sostenerlo e ad aiutarlo nella ricerca di nuovi contatti. Solo così si faranno sparire gli impostori».