Si presentano a domicilio proponendo il cambio della cassa malati complementare. E a volte una banale firma si trasforma in un guaio senza fine. La storia di Aaliyah è emblematica
CHIASSO – Ingannata a domicilio dalla broker. E ora si trova a pagare due volte la cassa malati complementare. La vicenda di Aaliyah A., giovane di Chiasso, è emblematica. «Mi hanno fatto cambiare cassa malati, promettendomi prestazioni che in realtà non avrei avuto». Colpa anche di quel precontratto firmato ingenuamente. «È un fenomeno in crescita da anni – dice Laura Regazzoni Meli, segretaria generale dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI) –. Riceviamo tante segnalazioni simili. E c’è addirittura chi arriva ad avere 3-4 assicurazioni complementari da pagare in contemporanea».
A caccia di contratti – Aziende specializzate nella comparazione delle casse malati complementari. Ma anche singoli agenti che si mettono in proprio. Tutti a caccia di contratti. La ditta che ha contattato Aaliyah ha sede a Lugano. «Un giorno una ragazza mi chiama sul telefono di casa. È il mese di marzo del 2017. In quel periodo ero molto stressata a causa di un imminente intervento chirurgico. Ed ero stufa della mia cassa malati. La prospettiva di cambiare poteva essere allettante».
Il sacro vincolo – Si fissa, dunque, un appuntamento a casa di Aaliyah. E lì la broker le elenca tutti i vantaggi del possibile cambio di cassa malati. «Su tutti, quello della libera scelta del medico. Per me era una priorità. Ho quindi firmato una sorta di precontratto». Che è, tuttavia, vincolante. Fino al 2020. Quando Aaliyah si accorge che la nuova assicurazione non prevede la libera scelta del medico è troppo tardi per tornare indietro. «Da mesi sto trattando con la nuova assicurazione per la revoca del contratto. L’azienda di brokeraggio, invece, fa finta di niente. Non hanno mosso un dito. Sono stata fregata, in tutto e per tutto».
Pronti a tutto – «Lo scopo di questa gente – riprende Regazzoni Meli – è quello di fare firmare nuove assicurazioni complementari. C’è una forte pressione in queste aziende. E le provvigioni per ogni nuovo contratto spesso sono parecchio alte. Ci sono broker pronti a tutto per una nuova firma. È un problema serio. Perché a volte il consumatore è sprovveduto e si lascia incantare dalle belle parole».
Dietrofront impossibile – In particolare, secondo la segretaria dell’ACSI, ci sarebbe un problema di fondo legato al valore di una firma. «Quando una persona firma un documento, è come se facesse una proposta all’assicurazione. Prima di firmare qualsiasi carta, occorre avere in chiaro tutte le condizioni. Una volta che si firma, diventa oggettivamente difficile fare dietrofront».
La replica – Intanto, l’azienda di brokeraggio di Lugano respinge ogni critica. E, per bocca della responsabile, fa sapere: «Noi siamo sempre molto chiari con i nostri clienti. E illustriamo loro, con trasparenza, vantaggi e svantaggi legati a un possibile cambiamento». La nostra interlocutrice esclude che i dipendenti dell’azienda siano spinti a barare poiché ingolositi da allettanti provvigioni. «I nostri collaboratori hanno stipendi fissi. E poi chiaramente ci sono provvigioni. In ogni caso non c’è alcuna pressione su di noi».