I dati di polizia mostrano un calo del saccheggio nei negozi, che resta però il reato più frequente tra i giovani. Il giudice dei minorenni: «Se la fanno franca, ritentano…»
BELLINZONA - Due ragazzini che fanno il palo e un terzo che passa all’azione sgraffignando cuffie bluetooth e mini altoparlanti, una decina di pezzi in totale per un valore di circa 1’200 franchi. È successo alcune settimane fa nel reparto di elettronica di un supermercato ad Agno. Ai ladruncoli è andata male perché sono stati scoperti, segnalati in polizia e i genitori ora dovranno saldare il conto.
Ma quanto è diffuso il fenomeno del taccheggio giovanile? Le statistiche dei furti nei negozi avvenuti negli ultimi anni non sembrano indicare una crescita. Anzi, le misure di sicurezza nei luoghi di vendita sembrano portare buoni frutti. I dati forniti dalla Polizia cantonale registrano infatti un calo marcato delle denunce, sia per i furti commessi dagli adulti, sia per quelli riconducibili a minorenni. Per i primi si è passati dalle 234 infrazioni del 2009 alle 133 del 2016, e anche la tendenza per lo scorso anno è leggermente in ribasso. I minorenni denunciati per furti nei negozi sono stati 23 nel 2009 (e negli anni successivi 21, 18, 19, 16, 8, 12 e 8 nel 2016). Insomma un andamento che pare tranquillizzante. Pare perché quando la merce rubata ha un valore inferiore ai 300 franchi il reato passa sotto querela di parte e inoltre ci sono parecchi casi in cui il proprietario del negozio viene semplicemente risarcito.
Numerosi furti sfuggono dunque alla statistica.«I reati contro il patrimonio sono i più frequenti tra quelli commessi dai minorenni. Del resto se non ci fossero i furti non si spiegherebbe perché mai le catene di negozi investono così tanto in personale di sicurezza» osserva Reto Medici, magistrato dei minorenni. Dal suo osservatorio non si può dire che oggi venga rubata merce di maggior valore rispetto al passato, ma rileva il giudice «il proverbio che l’occasione mette alla prova vale sempre. Mi capitano spesso rapporti di polizia dai quali si evince che i ragazzi prestano attenzione a come è organizzata la sicurezza. A come sono posizionati il personale e la videosorveglianza e se ci sono congegni antifurto». Anche sulle cause che spingono a rubare si possono fare dei distinguo: «I giovanissimi se rubano è perché sono spinti da una qualche pulsione a volere l’oggetto, il gioco, la matita o il rossetto per il trucco. In questi casi, di solito, l’attenzione agli eventuali sistemi di sicurezza è bassa. Perché prevale la pulsione del momento e la difficoltà a trattenere il desiderio». Diverso il modus operandi crescendo (e l’80 per cento degli autori di taccheggio giovanile ha un’età compresa tra 15 e i 18 anni): «Sono maggiormente attenti alla strategia difensiva del negozio. Di solito se la fanno franca una volta, ritentano…» conclude Medici. Finché, e non è solo un proverbio, ci lasciano lo zampino.