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Il maggiolino dell’argine se ne va con l’elicottero

GNOSCAIl maggiolino dell’argine se ne va con l’elicottero

24.01.18 - 08:01
A recuperare lo storico veicolo è stato Claudio Bernet, titolare di un’azienda specializzata nel riciclo di automobili.
Autorecycling Ticino
Il maggiolino dell’argine se ne va con l’elicottero
A recuperare lo storico veicolo è stato Claudio Bernet, titolare di un’azienda specializzata nel riciclo di automobili.

GNOSCA – Era incastrato nell’argine del fiume Ticino, all’altezza di Gnosca, da decenni. La pioggia, e alcuni smottamenti, l’avevano definitivamente riportato alla luce la scorsa primavera. Dopo l’articolo di Ticinonline/ 20 Minuti, di quel maggiolino bianco si era parlato in tutta la Svizzera. Ora la Volkswagen Käfer del 1963 è in vendita al miglior offerente sulla piattaforma tutti.ch. Una bufala? No. Perché il veicolo è stato effettivamente rimosso a inizio novembre da Claudio Bernet, responsabile di Autorecycling Ticino, azienda specializzata nel riciclo di automobili. «L’ho fatto estrarre con l’aiuto di un elicottero – dice –. È stato un lavoro di scavo micidiale. Che ha riportato a galla una storia curiosissima».

Un racconto in nove puntate – E Bernet questa storia ha deciso di raccontarla in nove puntate sulla pagina Facebook della sua ditta. «Una vicenda appassionante e curiosa allo stesso tempo. Attraverso il numero di telaio, ho scoperto che quest’auto apparteneva a una signora della regione, tutt’ora vivente. Non solo. Subito, io e gli operai ci siamo resi conto che quel maggiolino non poteva essere finito lì a causa di una buzza, come inizialmente ipotizzato. Tutto lasciava pensare, invece, alla volontà esplicita di volerlo abbandonare in quel posto».

Viaggio nel passato – Così Bernet inizia la sua ricerca a ritroso. Arrivando a conclusioni suggestive. «Penso che il maggiolino sia finito nell’argine a metà degli anni ’80. In quel periodo, infatti, nella zona si stava costruendo il tratto di autostrada tra Gorduno e Biasca. L’ipotesi è che si sia sfruttata la presenza delle ruspe per insabbiare un veicolo che non serviva più. Ma non c’è da stupirsi, una volta si faceva così».

Tre rinvii – L’operazione di recupero è stata rinviata per ben tre volte. Inizialmente era prevista per inizio settembre. «Il livello nel fiume ci ha dato qualche problema. A monte venivano aperte le dighe, l’acqua aumentava, gettando più fango sul maggiolino e facendo crescere il suo peso, che di base si aggirava attorno agli 850 chili. Impossibile a quel punto trasportarlo in elicottero. Per fortuna il mese di ottobre è stato povero di piogge. E ciò ha fatto diminuire il livello del fiume».

Tra fascino e illusione – Oggi il maggiolino si trova in un deposito. In attesa, forse, di un nuovo proprietario. «Ma è oggettivamente inutilizzabile – sostiene Bernet –. Se qualcuno dovesse portarselo a casa, lo farebbe solo per il fascino che questo veicolo suscita. Non mi illudo».

 


 

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