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LUGANOParla il "nullatenente": «In Ticino c'è chi ha fatto peggio di me»

05.01.18 - 08:45
T.C., di cui abbiamo parlato ieri, ha accettato un incontro per rispondere ad accuse e lamentele. E ribadisce di andare in giro a testa alta
tio.ch/20 minuti
Parla il "nullatenente": «In Ticino c'è chi ha fatto peggio di me»
T.C., di cui abbiamo parlato ieri, ha accettato un incontro per rispondere ad accuse e lamentele. E ribadisce di andare in giro a testa alta

LUGANO - Giacca di Trussardi, pantaloni di Versace, occhiali Ray-Ban. Il “nullatenente” T.C. si presenta così. Ha accettato un incontro ieri per rispondere alle rimostranze di creditori, ex dipendenti e padroni di casa riportate da Tio.ch/20minuti. L'accusa: essere un insolvente seriale, con diversi fallimenti alle spalle e il vizio di non pagare nemmeno l'affitto di casa.

Sull'abbigliamento glissa  – «Non posso vestirmi come mi pare?» – e assicura: «Non ho beni di mia proprietà in Ticino, a parte una piccola Smart. E nemmeno società intestate».

Solo negli ultimi tre anni, però, lei risulta avere operato presso almeno tre società in Ticino, presentandosi a clienti e dipendenti come il titolare. 

«Sono società di miei parenti e congiunti, o gestite di amministratori terzi. Io lavoro come consulente o dipendente».

Ma sui depliant e nelle pubblicità c'è la sua faccia. Persino i nomi delle aziende sono composti dalle sue iniziali.  

«Questione di marketing. Non si può? Lavoro da 40 anni nel settore dei traslochi e dell'edilizia. Ho una reputazione, e decine di clienti che mi chiamano ancora oggi».

Uno l'ha denunciata per truffa, di recente. Tre suoi ex dipendenti la accusano di pagare in nero e gonfiare i costi.

«Calunnie: è perché li ho licenziati. La vedremo in tribunale».

E i suoi 125 attestati di carenza beni?

«Alcuni debiti li sto ripagando, verso artigiani ed ex fornitori, per senso del dovere. Banche e assicurazioni no: di soldi ne hanno abbastanza. Sono fallito no? Ora sono ca...i loro».

Ammetterà di aver danneggiato l'economia.

«Ho fatto degli errori, nel mio piccolo. Parliamo di importi piccoli. In Ticino c'è chi ha fatto buchi molto più grandi di me».

C'è chi chiede più controlli sui fallimenti, infatti, per evitare casi simili al suo. 

«Non è un problema mio. Io mi sono sempre mosso secondo le leggi vigenti. Vado in giro a testa alta e mettendoci la faccia».

Al termine dell'incontro abbiamo chiesto a T.C. di pubblicare il suo nome e cognome, e il volto. Non ha accettato. Ma ci ha lasciati (vedi foto) promettendo di farlo «quando tutto sarà chiarito».  

Un anno di fallimenti in Ticino - Nessuna inversione di marcia, purtroppo. Il problema dei fallimenti seriali in Ticino è una piaga che continua a mietere vittime:  fornitori, clienti, dipendenti. Da più parti si chiedono maggiori controlli, per contrastare gli abusi della legge (vedi a fianco). Ma il malandazzo prosegue. Lo dice uno studio della società di consulenze Bisnode fornito in anteprima a Tio.ch/20minuti, che offre una fotografia nera del 2017. L'anno appena concluso ha registrano un ennesimo record negativo nelle pratiche di fallimento per insolvenza: + 11 per cento di casi rispetto al 2016. Il dato anche quest'anno «è superiore a quello di ogni altra regione economica della Svizzera» fa notare il portavoce di Bisnode Christian Wanner. Le aperture di nuove società sono diminuite, invece, di 186 unità, e anche questo «in controtendenza rispetto al resto del paese, dove ovunque si registra un aumento» aggiunge l'esperto. I settori con il maggior numero di bancarotte più o meno fraudolente: commercio, ristorazione ed edilizia.

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