T.C. è un insolvente seriale con 125 attestati di carenza beni. La Procura ha aperto un incarto su di lui. Siamo andati a cercarlo
LUGANO - Gli imprenditori nullatenenti sono una specie non poi così rara, in Ticino. Accumulano fallimenti, svuotano conti correnti e magazzini, per ripartire daccapo ogni volta. Il trucco è semplice: cambi domicilio e società per sfuggire ai creditori infuriati (ex-fornitori, clienti, dipendenti, banche, il fisco) e poi continui a girare come prima: stessa faccia, stesso mestiere, magari la stessa auto.
Il recidivo - È il caso di T.C., 53enne italiano dai modi bruschi, residente nel Luganese: ne avevamo parlato a maggio scorso, quando aveva dichiarato di «infischiarsene dei debiti». Da allora le statistiche sui fallimenti “seriali” in Ticino non sono migliorate: nel 2017 le bancarotte per insolvenza sono calate in tutta la Svizzera, ma nel nostro Cantone sono cresciute del 15 per cento (dato Bisnode). E anche il comportamento di T.C. non è cambiato.
Record di carenza beni - Dopo avere accumulato 6 fallimenti e ben 125 attestati di carenza beni dal 1998 a oggi, l'imprenditore (formalmente) nullatenente non sembra intenzionato a ritirarsi dagli affari. La Polizia giudiziaria ha aperto nei suoi confronti un'inchiesta per truffa, nelle scorse settimane: la denuncia è arrivata da un ex cliente, che aveva affidato a T.C. dei lavori edili in una villa a Massagno. Alcuni operai – interrogati dagli inquirenti – hanno raccontato di continui ritardi nei pagamenti, e lavori male eseguiti «ad arte» per gonfiare i costi.
In fuga dai creditori - Abbiamo provato a rintracciare l'imprenditore per un commento. Impresa non facile: negli ultimi 15 anni risulta aver cambiato indrizzo almeno dieci volte, sempre nel Luganese. Anche come inquilino è recidivo: da sentenze della Pretura di Lugano emerge il “vizio” di pagare l'affitto per i primi 3-4 mesi, per poi cessare del tutto approfittando dei tempi lunghi dello sfratto (mesi e anni, a seconda dei casi) per soggiornare gratis in appartamenti tutt'altro che modesti.
«Venivano a cercarlo» - L'ultimo domicilio è a Melano, ma «se ne è andato a novembre» spiegano i vicini di casa, ancora intimoriti. «Venivano a cercarlo persone da fuori, lui fingeva di non essere in casa» ricordano. I padroni di casa raccontano di «continue discussioni» con l'inquilino, che «ricorreva a qualsiasi pretesto per non pagare l'affitto, inventando difetti inesistenti nell'appartamento», e si dicono «sollevati» che se ne sia andato. Per dove? Non si sa.
Di ufficio in ufficio - Le tracce portano a un ex ufficio a Taverne: qui un'azienda ospitava T.C. in “coworking” fino a pochi mesi fa, ma i titolari spiegano di averlo mandato via. «Si spacciava per noi, arrivavano i clienti infuriati a chiederci conto. Era intollerabile».
La nuova società - Infine da registro di commercio spunta una nuova società, con sede nella zona industriale di Manno. Settore: traslochi e costruzioni. T.C. non figura tra i soci, ma le sue iniziali compongono il nome dell'azienda; anche il logo (un'imitazione di quello della compagnia petrolifera italiana Total Erg, ndr.) è riciclato paro paro da altre aziende aperte e chiuse negli anni dal 53enne.
Minacce e negazioni - La conferma: è lui a rispondere al telefono aziendale. Ma tra minacce neanche troppo vaghe – «Potrebbe succedere qualcosa alla tua famiglia» – nega di essere coinvolto nelle attività dell'azienda. Siamo però riusciti a incontrarlo e fotografarlo nei pressi dell'ufficio di Manno (vedi foto): nel parcheggio ci si imbatte anche in due furgoni con il logo di una sua ditta, fallita anni fa. Sarà un caso?