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PECCIAAll’inizio erano “strani e polverosi”: ora sono sul tetto del mondo

09.11.17 - 08:06
L’impresa di Alex e Almute Naef: alla loro scuola di scultura si affiancherà presto un centro internazionale: «Così porteremo i grandi nomi dell’arte in Ticino»
All’inizio erano “strani e polverosi”: ora sono sul tetto del mondo
L’impresa di Alex e Almute Naef: alla loro scuola di scultura si affiancherà presto un centro internazionale: «Così porteremo i grandi nomi dell’arte in Ticino»

PECCIA – «All’inizio c’era gente che ci guardava come se fossimo degli alieni. Per alcuni eravamo strani, pieni di polvere. Non tutti capivano». Ricordi di Alex Naef, 63 anni, originario del canton San Gallo. È lui il “deus ex machina” della scuola di scultura di Peccia (Lavizzara). Alla struttura, dal 2019, si affiancherà un centro internazionale. «In questo modo – spiega Almute, 44 anni, da 16 moglie di Alex – porteremo in Ticino i grandi nomi della scultura».

La grande sfida – È un processo graduale quello che ha portato la lavorazione artistica del marmo di Peccia sul tetto del mondo. «Nel 1987 – dice Alex – ho raccolto la sfida. L’artista Rolf Lachsmann mi cedette la scuola che aveva aperto solo tre anni prima. C’erano solo una baracca e qualche attrezzo all’epoca». Alex si rimbocca le maniche. E piano piano riesce a costruire qualcosa di grande. «Qualche tempo dopo ci siamo spostati nella zona industriale del paese».

Un lavoro silenzioso – A un certo punto, nella seconda metà degli anni ’90, l’incontro con Almute. «Entrambi avevamo studiato pedagogia e terapia dell’arte a Brema – precisa lei –. Da subito ci siamo resi conto di essere in sintonia. Dal 2001 mi sono trasferita anche io a Peccia». «Il nostro segreto – riprende Alex – è stato sempre quello di lavorare nel silenzio, con costanza. Ci siamo fatti un nome, senza fare rumore. E la gente del posto ha cominciato ad avere fiducia in noi».

Allievi da tutto il pianeta – Sono circa 400 all’anno gli studenti che seguono i corsi della scuola di scultura di Peccia. Arrivano dalla Svizzera tedesca, dalla Romandia, dal resto dell’Europa. Alcuni anche da oltre Oceano. «Allo stesso tempo – sostiene Almute – siamo riusciti a dare una mano concreta all’economia della valle. Questi studenti pernottano qui, mangiano qui. Spendono, insomma. È stato anche fatto uno studio su come l'attività legata al marmo e alla scuola di scultura stia sostenendo l’economia della Lavizzara».

Mostri sacri in visita – Alex e Almute si apprestano a scrivere una nuova pagina del loro fantastico libro. «Un centro internazionale a Peccia – sospira Alex –. Chi l’avrebbe mai detto? In pratica avremo la possibilità di accogliere ogni anno cinque artisti importanti. Gente che viene qui per cercare l’ispirazione. Avremo anche una sala espositiva per le mostre permanenti».

Il sognatore – La cava di Peccia è l’unica cava attiva in Svizzera in cui si estrae il marmo. «Siamo riusciti a instaurare contatti importanti – conclude Alex –. Mi viene da sorridere se ripenso ai primi tempi. La gente della valle pensava che fossi un alternativo. Un sognatore. Effettivamente era difficile immaginare che saremmo arrivati così lontano».

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