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CANTONE / BERNAAccordo sui frontalieri, nessun risarcimento

26.10.17 - 10:49
Il Consiglio federale ha preso posizione in merito alla mozione presentata da Marco Chiesa per la mancata entrata in vigore
Keystone
Accordo sui frontalieri, nessun risarcimento
Il Consiglio federale ha preso posizione in merito alla mozione presentata da Marco Chiesa per la mancata entrata in vigore

BERNA - Il canton Ticino non va compensato finanziariamente per la mancata entrata in vigore del nuovo accordo italo-svizzero sui frontalieri, il cui avamprogetto è stato sottoscritto dalle autorità fiscali dei due Paesi nel dicembre 2015. È questa la posizione del Consiglio federale, resa nota oggi in risposta a una mozione presentata dal consigliere nazionale Marco Chiesa (UDC/TI).

Nel proprio testo, depositato lo scorso settembre, il parlamentare ticinese chiede al governo il versamento da parte della Confederazione nelle tasche di Bellinzona di un importo pari a 15 milioni di franchi annui, sino alla firma dell'intesa.

A suo avviso, spetta all'esecutivo farsi carico, dal punto di vista finanziario, dei danni che la situazione di stand-by arreca al cantone italofono. Malgrado le continue rassicurazioni da Roma - sottolinea Chiesa - "i più, già scottati in passato da queste promesse, temono che l'accordo non sarà oggetto di una firma prima delle prossime votazioni del 2018".

Il deputato motiva la sua rivendicazione ad esempio ricordando che con il nuovo accordo fiscale il Ticino potrà incassare il 70% delle imposte alla fonte al posto del corrente 61,2% e che i lavoratori frontalieri dovranno dichiarare il loro salario in Italia. I 15 milioni sopraccitati sono infatti la differenza di guadagno scaturita tra queste due percentuali. L'attuale stallo «ha, indirettamente, pesanti conseguenze sul mercato del lavoro ticinese che subisce un significativo dumping salariale», lamenta inoltre Chiesa.

Il Consiglio federale replica ricordando l'assenza di una base legale che permette di procedere nel modo richiesto dal parlamentare UDC. Il governo conferma poi la posizione espressa in passato, secondo la quale un tale risarcimento a favore del Ticino costituirebbe una discriminazione nei confronti di altri Cantoni.
 
 

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