L’azienda opera da quasi 30 anni senza licenza edilizia e il Municipio gli ha assegnato un appalto per trattare i rifiuti vegetali
LOCARNO - Una decisione che va contro la Città di Locarno, il Cantone e il Tribunale cantonale amministrativo. Il 5 ottobre il Tribunale federale - come riportano la Regione e il Caffè - ha emesso una sentenza che revoca l’appalto concesso dal Municipio alla Compodino per il ritiro e lo smaltimento degli scarti vegetali per il triennio 2017-19.
L’azienda - La Compodino ha un impianto di compostaggio situato sul Piano di Magadino in territorio di Locarno, fra Gordola e Riazzino. Da quasi 30 anni lavora senza licenza edilizia, ma con solo un’autorizzazione ricevuta nel 1988 e revocata l’anno successivo.
Sono anni che viene considerata responsabile della «puzza nauseabonda» che colpisce la zona residenziale, anche se le accuse sono sempre state rispedite al mittente.
Quei 20mila franchi - Nel maggio 2016 è stata indetta dalla Città di Locarno la gara per trattare i rifiuti vegetali. L’offerta più bassa è stata presentata dalla Compodino Sa, con 308’448 franchi per il periodo 2017-2019. Al secondo posto la Tricomix, con un’offerta di 326’592 franchi. Una differenza di 18’144 franchi. Ma l’appalto viene assegnato alla Compodino.
Il ricorso - Rino Bassi, il titolare della Tricomix di Cadenazzo, ha presentato ricorso. Lui che aveva investito quattro anni fa tre milioni e mezzo per realizzare un impianto coperto in zona industriale «si è sentito preso in giro». Il Municipio risponde che «non ritiene di avere agito irregolarmente», in quanto la Compodino è abilitata, risultando sulla lista cantonale degli impianti di compostaggio.
Ma l’azienda lavora su un sedime dove per il Piano regolatore non è previsto l’utilizzo a scopo industriale. E di conseguenza non ha la licenza edilizia.
La sentenza - Il 5 ottobre il Tribunale federale ha cambiato le carte in tavola: l’appalto per il compostaggio deve essere revocato alla Compodino e assegnato alla Tricomix.
Solo chi «rispetta l’ordinamento giuridico» ha diritto di partecipare all’aggiudicazione di beni o prestazioni. Una sentenza che fa da monito alle autorità che assegnano appalti a chi non è a norma, alle quali Losanna ricorda che la decisione potrebbe venire annullata.