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CANTONEDirettive del paziente in caso di incapacità, ticinesi poco informati

01.10.17 - 11:32
A rivelarlo un sondaggio di gfs.zürich commissionato da Pro Senectute
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Direttive del paziente in caso di incapacità, ticinesi poco informati
A rivelarlo un sondaggio di gfs.zürich commissionato da Pro Senectute

BELLINZONA/BERNA - Rimane poco sfruttata in Svizzera la possibilità di manifestare per iscritto la propria volontà nel caso in cui dovesse subentrare una incapacità di discernimento per malattia o infortunio. Solo una persona su cinque ha compilato le direttive del paziente e addirittura solo una su dieci ha redatto un mandato precauzionale.

In Ticino e Romandia entrambi gli strumenti precauzionali sono ancora meno noti che nel resto del paese e sono in pochissimi a ricorrervi, rileva in una nota Pro Senectute, che ha commissionato un sondaggio all'istituto specializzato gfs.zürich.

Dal 2013 - rammenta l'organizzazione a sostegno degli anziani - le persone adulte possono adottare misure precauzionali personali previste dalla legge per l'eventualità che subentri una incapacità di discernimento. Con le direttive del paziente si può decidere a quali trattamenti medici e cure ci si vuole sottoporre in una tale evenienza. Grazie al mandato precauzionale ognuno può inoltre stabilire chi si occuperà della sua quotidianità, regolerà le sue faccende finanziarie e lo rappresenterà in questioni legali.

Dal sondaggio emerge che il 65% della popolazione adulta elvetica più o meno sa che cosa sono le direttive del paziente, mentre il mandato precauzionale è conosciuto dal 48%. Tuttavia solo il 22% degli intervistati ha compilato le direttive e addirittura solo il 12% ha redatto un mandato precauzionale. Come prevedibile, tra gli over 65 queste percentuali sono più elevate: 47% per le direttive del paziente e 21% per il mandato precauzionale.

Ticino e Romandia poco informati - Notevoli sono anche le differenze tra le varie regioni linguistiche. In Ticino il 52% della popolazione adulta non sa cosa siano le direttive del paziente, in Romandia la proporzione è addirittura del 62%, mentre nella Svizzera tedesca gli ignoranti in materia sono solo il 24%. Quanto al mandato precauzionale, nella Svizzera tedesca è conosciuto dal 53% della popolazione adulta, mentre in quella italiana sanno più o meno che cosa sia solo quattro persone su dieci e in Romandia tre su dieci.

Anche in merito alla compilazione delle direttive del paziente emergono notevoli differenze fra la Svizzera tedesca e le altre regioni linguistiche: il 27% degli svizzeri tedeschi dichiara di aver compilato il documento, mentre la percentuale scende al 10% nella Svizzera occidentale e al 5% in Ticino. Lo stesso vale per il mandato precauzionale: la percentuale di svizzeri tedeschi che dichiarano di averlo compilato è del 16%: bassa, ma significativamente maggiore rispetto a quella di romandi (5%) e ticinesi (2%).

Occorre dunque una maggiore attività di informazione e sensibilizzazione per attenuare il carico che grava sia sui famigliari sia sulle autorità, commenta nella nota Werner Schärer, direttore di Pro Senectute Svizzera.

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