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BELLINZONASindacati sul piede di guerra: «Sarete i becchini delle Officine»

27.09.17 - 14:12
Il Movimento per il socialismo critica duramente Cantone e Città chiedendo di abbandonare con effetto immediato il gruppo di lavoro con le FFS
tipress
Sindacati sul piede di guerra: «Sarete i becchini delle Officine»
Il Movimento per il socialismo critica duramente Cantone e Città chiedendo di abbandonare con effetto immediato il gruppo di lavoro con le FFS

BELLINZONA - Tra i rappresentanti della Commissione del personale e dei sindacati delle Officine (CoPe) di Bellinzona il sentimento che regna in queste ore è quello della «sorpresa». La notizia - anticipata mercoledì mattina dal CdT - di una paventata chiusura delle Officine di Bellinzona da parte delle FFS, ha scatenato una reazione immediata da parte del Movimento per il socialismo che ha chiesto al Consiglio di Stato e al Municipio di Bellinzona «l’immediata interruzione al gruppo di lavoro» con l’ex regia federale.

Un «binario morto» - «Dietro alla discussione sul trasferimento e sulla realizzazione di una nuova Officina - spiega l’MPS - si nasconde di fatto lo stesso progetto di nove anni fa che la mobilitazione dei lavoratori e della popolazione aveva ed ha fino ad oggi impedito». Lo scenario attuale, nella «migliore delle ipotesi», prevede un’Officina con al massimo 150 posti di lavoro, un terzo rispetto a quelli attuali.

In parole povere, un «binario morto» nei confronti del futuro occupazionale della regione e del Ticino, come ribadito anche da Gianni Frizzo: «Se il trasferimento servisse a creare 200 posti di lavoro in più, non ci sarebbe nulla da dire, ma qui si prospetta un forte ridimensionamento», ci conferma, sottolineando l’importanza della trasparenza: «Non vogliamo impedire a nessuno di pronunciarsi, ma almeno che lo facciano in modo obiettivo e informando in modo completo. È una strategia per disorientare. Fanno credere che siamo partecipi alle discussioni quando invece non è così».

Interruzione dei rapporti con effetto immediato - «Per dare un segnale di sviluppo al Ticino - prosegue Frizzo - le prospettive devono essere diverse. E con il mancato rispetto degli accordi si parte male». A preoccupare è inoltre la fase di transizione dalla vecchia alla nuova struttura: «Non sappiamo con quali modalità intendano gestirla».

Per questo la permanenza dei rappresentanti del Consiglio di Stato e del Municipio di Bellinzona nel gruppo di lavoro «equivale ad un oggettivo tradimento» nei confronti degli interessi del Cantone e della città, assumendo il ruolo di «becchini dell’Officina» conclude l'MPS, che ne chiede in una mozione l'interruzione con effetto immediato.

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