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SAN VITTORE (GR)I cittadini contro l’ampliamento dell’area industriale

26.09.17 - 15:57
Riuniti in assemblea straordinaria, si sono espressi chiaramente contro il progetto sostenuto dal Cantone
I cittadini contro l’ampliamento dell’area industriale
Riuniti in assemblea straordinaria, si sono espressi chiaramente contro il progetto sostenuto dal Cantone

SAN VITTORE - "No" all'ampliamento dell'area industriale. È chiara la volontà dei cittadini di San Vittore (GR), che ieri sera, in assemblea straordinaria, hanno espresso la loro contrarietà al progetto sostenuto dal Cantone dei Grigioni di raddoppiare l'attuale zona industriale occupando i terreni di proprietà di Armasuisse.

Nuovi posti di lavoro e valore aggiunto per San Vittore, così il Governo retico sosteneva il progetto di ampliamento dell'area nel flyer di presentazione. I cittadini del comune mesolcinese, però, avevano le idee piuttosto chiare quando ieri hanno votato compatti a sostegno della posizione del Comune e contro quella del Cantone (116 voti contro 22).

La zona in questione è un areale di circa 360mila metri quadri, di cui 185mila sono già adibiti a zona industriale. Il progetto del Governo era di ampliare tale area destinando anche l'altra metà all'insediamento di nuove industrie.

Non ha dubbi la sindaca di San Vittore e granconsigliera grigionese, Nicoletta Noi-Togni: «la volontà della gente è emersa chiaramente, - dichiara all'ats, e aggiunge - il progetto del Governo, Regione e Comune precedente per un ampliamento non ha senso per diverse ragioni».

«Intanto l'attuale zona disponibile per insediamenti di industrie, già pianificata ad hoc, non è nemmeno completa: ci sono ancora 25mila metri quadri da occupare». Secondo Noi-Togni, poi, «questi grandi edifici e capannoni industriali sono vere e proprie cattedrali nel deserto, che occupano tanto spazio e impiegano solo 4-5 persone».

In più, i lavoratori impiegati nelle industrie della zona non sono persone del luogo, ma per lo più frontalieri - circa 110 stima la granconsigliera - e questo dà origine ad un problema di dumping salariale: «la nostra gente non potrebbe vivere con quegli stipendi, può farlo solo chi viene a lavorare qui ma vive in Italia».

«La zona frutta in termini di imposte - ammette la sindaca - più al Cantone che al Comune, ma comunque gli svantaggi superano i vantaggi». E ancora: «è un pensiero vecchio quello di ampliare la zona con nuovi insediamenti in un'epoca in cui tutto si sta automatizzando».

Infine, afferma Noi-Togni, i piani per quell'area sono altri: «vogliamo occuparla con progetti innovativi, dedicati al turismo, come un campeggio o nuovi impianti sportivi». In ogni caso, sulla pianificazione l'ultima parola spetta sempre all'assemblea comunale. E su questo punto insiste la sindaca: «spetta alla gente decidere».

Il tema è stato oggi argomento di discussione nell'incontro mensile del Governo retico con i media. "Prendiamo atto della decisione dell'assemblea comunale, - ha detto Jon Domenic Parolini (PBD), direttore del Dipartimento cantonale dell'economia pubblica e socialità - è da rispettare ed è chiaro che il Comune non vuole altri insediamenti di industrie nella zona e che ha altre priorità. Apriremo un dialogo con la regione per capire quali siano i prossimi passi".

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