La Commissione speciale scolastica del Gran Consiglio critica la comparsa del nome del presidente del Governo tra la pubblicità del comitato contrario: «pretendiamo una posizione chiara»
BELLINZONA - Viene definito un vero e proprio "dietrofront" quello di Manuele Bertoli in merito all'iniziativa popolare sulla civica. A lamentare il cambio di rotta è proprio la Commissione speciale scolastica del Gran Consiglio che ha discusso e approvato il testo di Legge della suddetta iniziativa, «a condizione che vi fosse l’approvazione da parte del DECS».
Approvazione, segnala la Commissione speciale scolastica, «è stata confermata e ribadita, ma che ora il Consigliere di Stato Bertoli, all'improvviso e con argomenti pretestuosi, si rimangia».
La Commissione afferma infatti di aver concluso i lavori su questo testo «solo e soltanto dopo aver ottenuto il nulla osta del Direttore del DECS e dei funzionari audizionati». Funzionari che a loro volta hanno portato l’adesione del Dipartimento. «Ecco quindi che il nostro testo di Legge è giunto nell’aula del Gran Consiglio nelle scorse settimane, e anche in questa occasione il Consigliere di Stato Bertoli ha confermato la sua adesione», si legge nella nota odierna. In aula Bertoli avrebbe addirittura indicato nel dettaglio le modalità con cui avrebbe applicato l’iniziativa sulla civica, citando pure il libro di testo prescelto.
La maggioranza della Commissione scolastica reputa quindi «poco corretto e inammissibile che il Direttore del DECS, attuale Presidente del Governo cantonale, abbia deciso di cambiare completamente opinione in merito aderendo alla pubblicità sui media del comitato contrario. Sono infatti numerose le inserzioni a pagamento in cui campeggia il suo nome a sostegno di una posizione contraria a quella che aveva assunto caldeggiando e approvando il disegno di Legge».
«Questo suo modo di agire - conclude la nota - ha preso in giro e offeso l’intera Commissione scolastica e con essa la popolazione, visto che senza l’approvazione del DECS, dei funzionari e del suo Direttore, la Commissione non sarebbe arrivata a questo risultato. Alla luce di questo agire chiediamo una presa di posizione chiara da parte del Consiglio di Stato».