L’avvocata luganese ha fatto ricorso ai giudici di Losanna per ripetere il processo nel quale, due volte, si era data malata
LUGANO - L'avvocata luganese Xenia Peran, ritenuta colpevole nell’ottobre 2016 di ripetuta appropriazione indebita qualificata, di ripetuta sottrazione di cose requisite o sequestrate, di ripetuta coazione in parte tentata, di ripetute soppressioni di documento e di ripetuta diffamazione, non potrà avere un nuovo processo di primo grado. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale federale di Losanna.
La donna, ex esponente del Ps cittadino, è stata condannata a 24 mesi sospesi per aver sottratto capitali ad alcuni suoi clienti, tra i quali anche l’ex presidente del Napoli Calcio Corrado Ferlaino. In ben due occasioni, la legale non si era presentata a giudizio, inoltrando invece dei certificati medici. E, in altrettante occasioni, il giudice Marco Villa aveva organizzato una visita al domicilio della Peran per constatarne lo stato di salute, senza mai trovarla, e aveva così giudicato l’assenza ingiustificata.
Ma le motivazioni del ricorso non si limitavano al processo tenutosi in contumacia, bensì anche alle numerose lamentele avanzate da Xenia Peran. Tra le altre ricordiamo che, sentendosi vittima di un complotto, aveva richiesto di ricusare la corte, il procuratore pubblico così come la sua avvocata.
Già la Corte dei reclami penali aveva respinto la richiesta di un nuovo giudizio perché il reclamo, oltre che infondato, conteneva «termini oltraggiosi e denigratori». Ora il Tribunale federale ha respinto il ricorso, sostenendo la decisione della Carp. Resta però ancora il processo d’appello, verosimilmente la vicenda è ben lungi dal considerarsi chiusa.
Vi è anche da notare che, nonostante più volte se ne sia parlato in aula, da quanto ci è noto nessun accertamento è stato avviato nei confronti dei due differenti medici estensori dei certificati medici.