Durante un verbale con la Polizia cantonale, un uomo avviò il registratore del suo iPhone 5: «Non ha violato la sfera privata dell’agente»
LUGANO - Il 17 aprile del 2014 un uomo era negli uffici della Polizia cantonale di Lugano. Mentre un ispettore lo stava interrogando come imputato di alcuni reati, lui, forse con l’intenzione di tutelarsi, decise di far partire il registratore vocale dell’iPhone 5 che teneva in tasca. Peccato che, di lì a poco, il funzionario sequestrandogli il telefono si è accorto della registrazione in corso.
Dopo due gradi di giudizio, però, la Corte d’appello e dei reclami penali lo ha assolto dal reato di registrazione clandestina. Nella sentenza pubblicata in questi giorni, la giudice Giovanna Roggero-Will ha confermato l’assoluzione da parte della Pretura penale, perché «una conversazione tenuta nell’adempimento di un dovere di diritto pubblico non rientra nella sfera privata dei partecipanti».
La registrazione, benché clandestina, non ha messo in pericolo la privacy dell’ispettore di polizia. Sia dai verbali che dalla registrazione, infatti, è stato verificato come «l’interrogatorio vertesse sulla procedura allora in corso a carico dell’imputato» e, soprattutto, come né imputato né poliziotto «si siano espressi su alcunché di personale».
A nulla è valso l’appello del procuratore pubblico Andrea Pagani. Nonostante la giurisprudenza sul tema favorevole all’imputato, il magistrato contestava l’applicazione della sentenza del Tribunale federale perché «datata» e, in particolare, sarebbe da riconsiderare di fronte «alla proliferazione di strumenti di registrazione».
All’uomo, però, è andata meno bene per gli altri reati. Difeso in appello dall’avvocato Marco Broggini, non ha potuto contestare di aver condotto la sua Suzuki Samurai con un tasso alcolemico sopra la norma (i due esami hanno dato risultato: 1,76 e 1,83 grammi per mille) e di essersi opposto alla prova del sangue ordinatagli dai due poliziotti giunti nel bar «dove stava arrecando disturbo». Reati che ha commesso di nuovo a ottobre 2015: oltre a guidare in stato di ebbrezza, l’uomo era al volante senza patente di un’auto rubata.