Pantaloncini corti e casco in testa: da oggi la polizia luganese ha le sue pattuglie a pedali
LUGANO - «I polotti in bicicletta sono quattro giovani uomini che sognano di cambiare la città rendendola più pulita e sicura», ha esordito così il capo della polizia di Lugano Roberto Torrente, presentando i primi quattro agenti in bici del suo corpo. Ma, ha sottolineato, «si tratta di polizia pura» e non solo di quattro agenti in pantaloncini corti.
Anche due pro - Nel nuovo gruppo trovano posto anche due ex ciclisti professionisti Alberto Tiberio e Steven Bärtsch. Assieme ai colleghi Christian Bianchi e Jonathan Macchi hanno seguito a Kreuzlingen una formazione specifica, potendo così incontrare colleghi che da anni vivono la stessa esperienza. «Non siamo i primi in Ticino a girare in bicicletta - ha spiegato Torrente -, ma questo è il primo gruppo specificamente formato». Una formazione che ha visto esercizi molto specifici come gli inseguimenti, il tiro e addirittura l’uso della mountain bike come mezzo di difesa.
Niente luci o sirena - I rampichini in dotazione alla polizia sono costati 5’600 franchi l’uno. Grazie alla pedalata assistita possono raggiungere e superare i 45 km/h, garantendo inseguimenti in velocità anche in zone dove non c’erano, finora, alternative ai piedi. Per il momento, però, non saranno dotati né di luci blu né di sirena. «Hanno solo il campanello», ha spiegato Roberto Torrente. In futuro, comunque, si potrà anche imparare dall'esperienza e valutare l'introduzione di nuove soluzioni.
Prossimità ed ecologia - Oltre alla versatilità, la bicicletta ha anche altri vantaggi: «È un modo per sottolineare l’aspetto di prossimità», ha spiegato il capodicastero Michele Bertini. «Per non dimenticare che oltre a velocizzare alcuni tipi di intervento, lo fanno in modo ecologico e silenzioso». Aspetto, quello del rispetto dell’ambiente, che la polizia sta curando con sempre maggiore intensità: «Andremo anche a sostituire, da fine estate, i veicolo della polizia con veicoli ibridi», ha aggiunto Bertini.