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CANTONELavoro "sbagliato" o che non c'è: «Più che rinunciare ai sogni si deve mediare»

04.07.17 - 18:45
Un terzo degli svizzero tedeschi vorrebbe cambiare mestiere. Anche in Ticino molti lo desiderano. O sono costretti a farlo
Keystone
Lavoro "sbagliato" o che non c'è: «Più che rinunciare ai sogni si deve mediare»
Un terzo degli svizzero tedeschi vorrebbe cambiare mestiere. Anche in Ticino molti lo desiderano. O sono costretti a farlo

BERNA / BELLINZONA - Sognare è un diritto di tutti e, in fatto di scelte lavorative, gli svizzero tedeschi lo fanno spesso. Più di due terzi di loro - il 71% - cambierebbero infatti volentieri la propria occupazione attuale con il “lavoro dei sogni”. Il 31% è invece convinto di aver davvero sbagliato professione nella vita. A rivelarlo è uno studio condotto da marketagent.com per il portale di ricerca lavoro Xing.

In Ticino, l’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale è sollecitato anche da molti adulti che, per ragioni diverse, vogliono cambiare lavoro. Un quarto delle circa 6mila persone che hanno richiesto una consulenza nel 2016 aveva più di 25 anni, ci fa sapere la capoufficio Rita Beltrami.

Cambiare percorso professionale è più normale di quanto non fosse un tempo, premette la responsabile, ma bisogna essere «protagonisti» di questa nuova flessibilità del mondo del lavoro. «A volte si dice “Sono stufo del mio lavoro”, ma quante energie e progettualità si vogliono investire in questo percorso?», si chiede. Partecipare a un progetto di orientamento, spiega, significa mediare fra le proprie esigenze e aspirazioni, i percorsi formativi disponibili e il mercato del lavoro. Contano inoltre «personalità, intraprendenza, ottimismo, tenacia e la rete di persone che ci sta attorno». Per quanto riguarda il  “lavoro dei sogni”, poi, è «magari nel tempo libero che si possono cercare delle esperienze che rispondano a certe necessità, come le inclinazioni artistiche».

Cambiare lavoro o arrivare dalla disoccupazione: «Due percorsi molto diversi»

All’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale del nostro cantone gli adulti arrivano autonomamente o mandati dalla disoccupazione e da altre strutture. «Due percorsi molto diversi», sottolinea Beltrami: «A nessuno si impone una formazione se non vuole farla - afferma -, ma per chi arriva per la via della disoccupazione la revisione della propria è quasi un “must”».

Significa che chi è disoccupato deve rinunciare ai propri sogni mentre chi vuole cambiare lavoro li rincorre? «Più che rinunciare ai propri sogni deve fare una mediazione», risponde la capoufficio. «La sua formazione, dopotutto, sarà finanziata dalla legge sulla disoccupazione e non può orientarsi verso una professione che difficilmente gli potrà garantire degli sbocchi professionali in Ticino», spiega. «Con tutte le persone, comunque, si tenta di mediare fra le loro aspirazioni e la realtà, il mercato di lavoro in cui devono inserirsi», conclude.

 

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COMMENTI
 

tip75 6 anni fa su tio
in disoccupazione ti trattano come un pezzente, meglio far qualsiasi altra cosa

Oni 6 anni fa su tio
Risposta a tip75
pezzente è ancora gentile come parola...

Tio1949 6 anni fa su tio
Secondo me,se non attiviamo tutti il cervello non c'è la faremo mai.

MarioRossi1973 6 anni fa su tio
che tristezza il Ticino, non c'è NULLA, solo paesini minuscoli, prati, e aziende minuscole, la più grande ha 20 persone....
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