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CANTONEDieci dipendenti lasciano, che succede a Credit Suisse?

05.07.17 - 06:00
Malumori al call center di Chiasso: il sospetto è che si tratti di licenziamenti camuffati da dimissioni volontarie. Vertenza collettiva in vista
Tipress
Dieci dipendenti lasciano, che succede a Credit Suisse?
Malumori al call center di Chiasso: il sospetto è che si tratti di licenziamenti camuffati da dimissioni volontarie. Vertenza collettiva in vista

CHIASSO - Quando, nell'ottobre del 2015, Credit Suisse annunciò un doloroso piano di risparmi da 3,5 miliardi di franchi, assieme a 1.600 posti di lavoro da cancellare solo in Svizzera entro il 2018, si disse che ogni taglio sarebbe stato fatto «nel modo più indolore possibile, sfruttando la fluttuazione naturale, eventuali pensionamenti e cercando alternative all'interno del gruppo».

Dai colloqui alle prime contestazioni - «Nell’ambito del nostro piano sociale», ci impegniamo a mantenere la promessa, da Zurigo ribadiva a tio.ch il portavoce Sebastian Kistner lo scorso febbraio, quando in Ticino sembravano essere cominciati i primi colloqui in vista di una riduzione del personale. I quali, nel frattempo, sono sfociati nella contestazione formale di un "licenziamento", anche se potrebbe essere solo l'inizio di una serie. Almeno al Customer Service Center di Chiasso, dove i malumori diffusi, che parlano di obiettivi di rendimento spregiudicati e tempi di lavoro-pausa monitorati con severità, rischiano di trasformarsi in un'azione legale congiunta.

Sette addii solo fra aprile e maggio - Il sospetto è che i tagli siano stati convertiti, o camuffati, in congedi "volontari". I dipendenti interessati, una decina su 18 operatori in organico (di cui sette solo fra aprile e maggio) che hanno già lasciato o lasceranno entro la fine di agosto, sarebbero stati cioè chiamati in ufficio e invitati a presentare le dimissioni. A convincerli ad assecondare la richiesta, si vocifera, il pagamento di uno stipendio straordinario e un buon certificato di lavoro da accompagnare a future candidature altrove.

Periodi di prova anche per gli "anziani" - Team manager, impiegati con un'anzianità di servizio importante, neo-mamme, padri di famiglia: la casistica non vedrebbe escluso nessuno. Talora, l'allontanamento sarebbe seguito a un periodo di prova di tre mesi, introdotto d'un tratto dai piani alti, che ha messo in discussione i risultati professionali di consulenti di lunga data, considerati inadeguati anche davanti a numeri che non hanno centrato l'obiettivo indicato: sia pur magari di un niente.

La denuncia collettiva all'Ocst - Una procedura insolita, che si aggiunge ad altre condotte giudicate poco ortodosse. Spinti da paura per sé e senso di solidarietà verso gli altri, il 24 maggio scorso i colleghi del Call center di Chiasso si sarebbero così confrontati sulla possibilità di una vertenza comune e avrebbero deciso di denunciare la situazione al sindacato Ocst, domandando supporto.  

Due nuove assunzioni e un annuncio di lavoro - A sostituire i dimissionari, nel frattempo, sarebbero state assunte almeno un paio di persone. Su Monster, risulta pubblicato solo quattro giorni fa un annuncio di lavoro come "consulente servizio clienti" a Chiasso per l'«integrazione in un gruppo dinamico, giovane e motivato». Qualcuno sembrerebbe smentire la definizione e gli aggettivi. Da Credit Suisse giunge invece la conferma e un punto di vista diametralmente opposto.

«Nessuna ambiguità: qui siamo in crescita» - «Il Centro di Chiasso è in crescita: è un settore dove sono state centralizzate attività che interessano tutta la Svizzera e ci sono posizioni da occupare, non riduzioni da fare», replica la portavoce Gabriela Cotti Musio, che conferma: «Dimissioni ci sono state, come ci sono sempre. Ma nessuna ambiguità. Da noi c'è un iter molto chiaro da seguire in caso non vengano raggiunti gli obiettivi. Non posso escludere che qualcuno non sia risultato soddisfatto, ma questo non ha niente a che vedere con la nostra prassi. Abbiamo chiari obblighi nei confronti della legge e del personale e ce li assumiamo».

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COMMENTI
 

Tarok 6 anni fa su tio
ma il CS non è un ente assistenziale come il cantone.

Danny50 6 anni fa su tio
Ci sono banche CH che operano come in Angola o nel Burquina Faso, basta vedere certi no 1.

Nicklugano 6 anni fa su tio
Nessun problema, le banche se le stanno tagliando da sole. Una volta nostro biglietto da visita, ora sono solo l'ombra di se stesse, nessuno ha più il coraggio di decidere qualcosa, di firmare qualcosa. Il cliente che apre un conto vi concede un prestito... ricordatelo e poi chiedetevi perché i clienti ritirano i contanti..

vulpus 6 anni fa su tio
Siamo alle solite. Questo è puro mobbing,finalizzato al riempimento delle tasche degli azionisti. Ma procedendo di questo passo i clienti se ne vanno,oramai stufi di disservizi e riduzione delle prestazion. Il mega manager sembra abbia fallito gli obiettivi.

GI 6 anni fa su tio
Risposta a vulpus
Prima degli azionisti ci sono i manager retribuiti in base ai risultati......se poi dovesse restare qualcosa attaccato all'osso.....verranno serviti anche gli azionisti....tanto quelli il capitale l'hanno messo (consapevolmente o meno) a rischio .....

tip75 6 anni fa su tio
il credit-suisse è diventato la banca della repubblica delle banane...servizio zero, anzi ti telefonano come quelli delle casse malati per venderti prodotti....viva la globalizzazione, grazie politica
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