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LUGANOLe 20enni luganesi che hanno riscoperto i costumi (da uomo)

21.06.17 - 06:05
Le giovani sarte hanno vita difficile in Ticino. Ma due 20enni luganesi stanno provando a sfidare la Fashion Valley. Con una linea di costumi dedicati al paesaggio locale e ai prodotti tipici.
Oleg Magni
Le 20enni luganesi che hanno riscoperto i costumi (da uomo)
Le giovani sarte hanno vita difficile in Ticino. Ma due 20enni luganesi stanno provando a sfidare la Fashion Valley. Con una linea di costumi dedicati al paesaggio locale e ai prodotti tipici.

LUGANO - I primi costumi sono già comparsi, quà e là, sulle spiagge ticinesi. Colori allegri e immagini tipiche: il San Salvatore, le vigne, i pedalò di Lugano. Hanno nomi come “Malcantone” (e il disegno di una volpe), “Ascona” (la palma), “Feldi” (la birra Feldschlossen). L'idea è di due giovani sarte luganesi, decise a «fare qualcosa di legato al territorio e ai suoi simboli». Arianna e Beatrice, 23 e 21 anni, fanno tutto a mano in uno stanzino di tre metri quadri a Taverne, adibito a mini-laboratorio. L'estate la passeranno così: alle macchine da cucire. Perché «non è un gioco e nemmeno un lavoretto estivo – spiegano – speriamo davvero di ricavarci uno stipendio». Il progetto è ambizioso, creare da sole una linea di costumi da bagno interamente “made in Ticino” (il nome: Sonnenstube) e questa è la loro prima stagione.     

Tutto è cominciato a settembre scorso, raccontano. Arianna e Beatrice si sono guardate in faccia. «Avevamo finito gli studi e ci siamo dette: sarebbe bello rimanere in Ticino». Ma non è facile. Sui banchi scolastici – quelli della Sta, la scuola cantonale di abbigliamento e moda – le due amiche luganesi hanno imparato a «cucire, disegnare abiti, i segreti della sartoria». Tutte belle cose ma che, nel nostro Cantone, non sono sinonimo di lavoro sicuro: anzi. Nella Fashion Valley ticinese la sartoria artigianale sta (quasi) a zero, i giovani sarti sono una minoranza tra i disoccupati under 25 (16 su 800 registrati alla disoccupazione nel 2016) ma il numero è in aumento. «Abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa di nostro, per non essere costrette ad andare via» spiegano le due 20enni, che grazie alla collaborazione di un altro startupper del Luganese, Paul Burggraf (African.as), ora hanno creato un sito per gli acquisti online (qui il link) e sperano con l'e-commerce di riuscire a decollare. «Abbiamo anche iniziato a girare con una bancarella. La risposta per ora è positiva». E l'estate è ancora lunga.  

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