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CANTONESyndicom alla direttrice della Posta: «Postina licenziata ingiustamente, reintegratela»

09.06.17 - 17:19
Il sindacato sottolinea come la collaboratrice, con due bambine, si fosse candidata per far parte della commissione interna del personale con l’obiettivo, ma poco dopo ha perso il lavoro
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Syndicom alla direttrice della Posta: «Postina licenziata ingiustamente, reintegratela»
Il sindacato sottolinea come la collaboratrice, con due bambine, si fosse candidata per far parte della commissione interna del personale con l’obiettivo, ma poco dopo ha perso il lavoro

LUGANO - È tramite una lettera aperta indirizzata a Susanne Ruoff, direttrice della Posta CH, che syndicom denuncia il «controverso licenziamento di una postina, rappresentante del personale e mamma di una bambina di due anni».

Il sindacato si rivolge alla sede centrale di Berna in quanto, afferma, «la responsabile cantonale e il responsabile nazionale di PostMail, nonostante le nostre insistenti richieste, hanno rifiutato di intavolare un dialogo al fine di trovare una soluzione condivisa».

Syndicom precisa come la collaboratrice si fosse candidata per far parte della commissione interna del personale con l’obiettivo di «contribuire a migliorare il clima di lavoro». Un recente sondaggio di syndicom aveva infatti evidenziato «forti pressioni sui dipendenti per velocizzare i tempi di lavoro e una critica gestione del personale da parte dei responsabili». E, secondo il sindacato, sarebbero stati proprio questi ultimi a decidere di licenziare la collaboratrice rappresentante del personale.

«Con la promessa di migliorare la sua situazione lavorativa (conciliabilità famiglia e lavoro) alla collaboratrice era stato proposto di cambiare luogo di lavoro - si legge nella lettera aperta -. La collega ha accettato ma dopo poco tempo, nonostante le promesse, la sua situazione è peggiorata poiché è stata impiegata con orari diversi da quelli annunciati e per più ore giornaliere rispetto alla sua percentuale lavorativa. In breve tempo la sua situazione, invece di migliorare, è addirittura peggiorata. La collaboratrice, in considerazione della difficile situazione lavorativa in cui si è trovata, ha dunque chiesto di poter tornare a svolgere il suo lavoro nel luogo di lavoro precedente. Questa richiesta le è però stata negata senza un valido motivo. La collega ha dunque insistito chiedendo che venissero rispettati i suoi diritti. È stata invece licenziata con una serie di pretesti alcuni chiaramente contradditori. Basta leggere i motivi indicati sulla lettera di disdetta per rendersene conto».

Quindi syndicom incalza: «Nel suo mandato la Posta è tenuta a realizzare misure adeguate che consentano ai dipendenti di conciliare lavoro e famiglia. Inoltre, come lei sa, il CCL Posta prevede che i collaboratori a tempo parziale non possano essere chiamati a prestare regolarmente ore supplementari per un periodo prolungato. Questi aspetti, proprio come nel caso della collaboratrice, spesso non vengono tenuti in considerazione dalla Posta quando pianifica il personale a tempo parziale. E questo è solo uno dei numerosi casi che si verificano frequentemente nella nostra regione. La petizione lanciata da syndicom qualche settimana fa ha già raccolto oltre 850 firme e continua a ricevere il sostegno di molti colleghi proprio perché chiede di impiegare correttamente il personale a tempo parziale, conciliare famiglia le lavoro, tutelare i rappresentanti del personale oltre che trovare una soluzione condivisa per la postina licenziata. Le chiediamo di prendere seriamente in considerazione queste richieste».

Anche la commissione del personale avrebbe preso posizione chiedendo maggiore tutela per chi si espone per difendere i diritti dei colleghi e chiedendo di reimpiegare la collaboratrice nel posto di lavoro in cui ha lavorato per molti anni. Commissione che, tra l'altro «rischia di sciogliersi perché a seguito del licenziamento della collega non viene raggiunto il numero minimo di membri previsti da regolamento».

«Davanti ad una situazione del genere ci saremmo aspettati un maggiore senso di responsabilità - conclude il sindacato -. Lavandosene le mani della responsabilità sociale della Posta, alcuni responsabili ci hanno invece comunicato che la questione verrà affrontata nelle aule giudiziarie. Il 19 giugno in pretura a Lugano si terrà infatti l’udienza di conciliazione a seguito della nostra istanza per licenziamento abusivo. Mi rivolgo direttamente a lei poiché non è corretto per il partenariato sociale questo modo di procedere. I responsabili sanno bene che anche nel caso in cui dovessimo riuscire a dimostrare il licenziamento abusivo in tribunale, la collaboratrice non potrà comunque essere reimpiegata in azienda. Crediamo che la Posta in qualità di azienda pubblica debba fare tutti i passi necessari per evitare che accadano ingiustizie come questa, evitando di sfruttare le falle del nostro sistema giuridico che non tutela a sufficienza chi si batte per i propri diritti o dei propri colleghi».

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