Mario Camani, ex capo della Sezione protezione aria, acqua e suolo, analizza la situazione dell’inquinamento in Ticino: «Il Governo deve fare di più. E con i mezzi pubblici non ci siamo»
BELLINZONA – «Mi spiace dirlo, ma in Ticino non si fa ancora abbastanza per l’inquinamento. Andando avanti così ci faremo del male». Mario Camani, ex capo della Sezione cantonale protezione aria, acqua e suolo, non ha perso la grinta di un tempo. È proprio lui, che negli anni Novanta guidò vere e proprie crociate per la tutela dell’ambiente, ad analizzare la situazione attuale dello smog in Ticino. «I politici dovrebbero prendere decisioni concrete subito – sostiene – ad esempio introducendo il limite fisso di 80 chilometri orari in autostrada, ovunque».
Camani, sa che molta gente si arrabbierà leggendo queste righe?
«È una questione di priorità. Bisogna capire cosa vogliamo. Io penso che la salute venga al primo posto. D’altra parte si tratta di abitudini. All’inizio può darci fastidio viaggiare più lentamente. Ma col tempo potrebbe diventare la normalità. Andare tutti meno di corsa non mi sembra una brutta prospettiva».
Restiamo al suo desiderio di concretezza. A cos'altro si riferisce?
«Ad esempio anche ai mezzi pubblici. Mancano le coincidenze. La gente non è stimolata sufficientemente a usarli. Non si possono introdurre quattro corse di bus in più e pensare di avere risolto i problemi. E poi, a questo punto, io alzerei ulteriormente le tasse inerenti il traffico privato. Dall’imposta di circolazione alle tasse sui carburanti».
Ogni volta che se ne discute, il popolo si indigna...
«Io le alzerei e basta. E non di dieci centesimi... Non è possibile che ci siano persone che continuano a trovare conveniente il fatto di andare a fare la spesa a quaranta chilometri di distanza. Questo significa banalizzare il problema ambientale».
Insomma, Camani, sta cercando il conflitto acceso... Sbaglio?
«Macché. Ci manca la consapevolezza. Quando siamo in giro in macchina dobbiamo renderci conto che stiamo inquinando. Ogni anno in Svizzera muoiono migliaia di persone a causa dell’inquinamento atmosferico. Per malattie cardiovascolari o al polmone».
Eppure le autorità hanno introdotto varie misure antismog. Non le bastano?
«No. Si tratta di misure in caso di allarme. Bisogna pensare a cosa fare anche quando questo allarme non c’è. Ozono, ossidi di azoto e polveri fini sono comunque quasi sempre a livelli importanti. Ho la sensazione che queste direttive siano state lanciate per mettersi la coscienza a posto. E niente di più».
«La Lombardia fa già tanto». Così il Consiglio di Stato ha risposto al parlamentare Cleto Ferrari che chiedeva al Cantone di sollecitare la regione italiana confinante col Ticino affinché si mobilitasse nella lotta allo smog...
«Il Governo ha fatto bene. Possiamo ipotizzare che, per quanto riguarda l’ozono, la Lombardia abbia un forte influsso sul Ticino. Ma, per il resto, è inutile dare la colpa agli altri. Noi ticinesi dobbiamo renderci conto che il nostro inquinamento lo produciamo qui. Col traffico, con le industrie, con gli impianti domestici di riscaldamento. Si sono fatti tanti progressi. Ma non sono sufficienti».
Si dice che il Mendrisiotto sia la regione più inquinata del Ticino. Cosa ne pensa?
«Il Ticino è tutto inquinato. E finché si ragiona per regioni, non si risolverà nulla».
C’è anche chi sostiene che, continuando a parlare di inquinamento in merito a una determinata regione, si nuoce al turismo. Qual è la sua opinione?
«Io dico che, al contrario, dovremmo parlarne ancora di più. Gridandolo. La salute è la cosa più preziosa che abbiamo».