«Onorari al ribasso, soprattutto in Ticino»: all'origine della deplorata carenza di professionisti c'è (anche?) questo
LUGANO - L'ennesimo allarme è stato lanciato neanche dieci giorni fa. «La situazione è grave, mancano ingegneri: e non potrà che peggiorare», hanno dichiarato i portavoce della Federazione delle imprese svizzere, alla luce di una nuova indagine che mostra, o dimostra, come i guai siano davvero seri. Specie nel settore delle costruzione, dove addirittura il 94% lamenta difficoltà a selezionare la persona giusta. Offerta indigena insufficiente, competenze inadeguate alla domanda: una tendenza cattiva che si può provare a invertire, suggerisce Economiesuisse, investendo ancora più risorse ed energie nella formazione.
Eppure non basta, da Lugano è convinto l'ingegnere Moris Monga: che ormai tre anni fa ha inaugurato una piattaforma web, www.engineers.ch, per favorire l'incontro tra professionisti e aziende, con l'intento primo di combattere il fenomeno «e valorizzare la professione».
Monga, la piattaforma non ha aiutato abbastanza?
«La piattaforma è sempre online e gratuita. Abbiamo stretto importanti parternariati, funziona. Ci sono società che pubblicano le loro inserzioni, ingegneri che inseriscono il loro profilo. Ma non è facile incrociarli. La carenza è forte».
Le iscrizioni crescono?
«La situazione è costante. C'è da dire però che il mercato ha segnato un rallentamento, specie nel settore dell'edilizia. Dunque, in un certo senso, la richiesta di professionisti è aumentata».
Numeri?
«I profili sono tanti, circa 500. Le inserzioni un centinaio».
Ma come, il portale smentisce gli allarmismi?
«Non la leggerei assolutamente in questo modo. Magari, fra i profili che ci sono, nessuno soddisfa i requisiti».
Dunque, non mancano gli ingegneri: mancano gli ingegneri adatti?
«Il fatto è che, alla fine, non servono ingegneri con quelle caratteristiche. E le società devono continuare a cercare. Ma gli ingegneri fra cui scegliere sono troppo pochi».
Perché?
«Forse le condizioni quadro non sono il massimo. Il lavoro c'è, ma è sottoposto a grandissime pressioni. E gli onorari vanno al ribasso, specie in Ticino. Spesso rilevo che l’onorario equivale alla metà di quanto dovrebbe essere».
Il prezzo "giusto" qual è?
«I professionisti del settore conoscono, o dovrebbero conoscere, le linee guida per una corretta remunerazione. Conoscono anche i costi di uno studio di progettazione. Quindi, per poter far tornare i conti, oltre ad ottimizzare i processi, se gli onorari sono troppo bassi prima o poi bisognerà tagliare sulla qualità delle prestazioni. Non è questa la giusta direzione».
Non sarà anche che si vuole pagare una professionalità non abbastanza adeguata? Le scuola sanno formare davvero?
«Le nostre scuole sono molto buone. E offrono anche garanzie occupazionali. Il lavoro c'è».
Il problema allora qual è?
«Il problema è principalmente d'immagine. C'è chi abbassa gli onorari per ottenere l'incarico, in questo modo abbassando anche il livello delle prestazioni».
Di chi è la colpa?
«In primis degli ingegneri che svendono le proprie prestazioni. Per garantire una buona qualità è importante argomentare e spiegare il lavoro che sta dietro e quindi giustificare un onorario adeguato. La committenza certamente non aiuta, deliberando prestazioni da ingegnere palesemente sotto costo».
Tutto ciò però non spiega la carenza. I giovani non vogliono fare gli ingegneri, nonostante le opportunità lavorative. Lei perché ha scelto questo mestiere?
«Io sono un ingegnere convinto e soddisfatto. Ma alla fine del liceo non si sa com'è il mercato. Non si sceglie sulle base delle opportunità occupazionali. Né si dovrebbe».
Dunque? Perché i giovani si tengono lontani?
«Forse non è una professione abbastanza conosciuta. Tutti bene o male sanno per esempio che cosa fa un architetto: professione che come la nostra soffre una remunerazione insufficiente, ma non ha problemi di numeri. L'ingegnere, invece, che cosa fa?».
Ce lo spieghi lei: che cosa fa?
«Restando nel campo della costruzione, gli ingegneri civili sviluppano, pianificano e coordinano la messa in opera di infrastrutture importanti per tutta la comunità: ponti, tunnel, palestre, dighe, abitazioni e tanto altro ancora. L’ingegnere è responsabile della sicurezza strutturale di tutte queste opere, quindi del fatto che "stiano in piedi". Molto spesso si sente parlare della figura dell’ingegnere solamente quando succedono disastri. Ebbene, affinché non capitino, la figura dell’ingegnere è di primaria importanza. Vista l’entità della posta in gioco, ritengo sia una professione da sostenere, imparando a conoscerla e riservandole la giusta remunerazione».
Donne sono poche, è ancora considerata una professione da uomini. Questo quanto conta?
«Ho ex colleghe di studio che fanno benissimo il loro lavoro. Rispetto a dieci anni fa, quando ho cominciato, la percentuale femminile è aumentata. Ma di poco».
Idee per "risollevare" la professione, ammesso che il termine le piaccia?
«Mi piace molto. Quale professionista spiego giornalmente alla committenza, ma anche alle persone che frequento, quanto il nostro lavoro sia importante. Bisogna valorizzare il nostro operato, mi permetto quindi un appello ai colleghi ma chiedo anche la capacità di ascoltare e capire a chi richiede l’intervento di ingegneri».