Cerca e trova immobili

CANTONEIl CCL nel settore vendita c'è

27.04.17 - 10:38
Raggiunto il quorum. In Ticino, oggi, vi sono 1'929 negozi, circa 300 in meno rispetto al 2010
tipress
Il CCL nel settore vendita c'è
Raggiunto il quorum. In Ticino, oggi, vi sono 1'929 negozi, circa 300 in meno rispetto al 2010

BELLINZONA - Il quorum di adesioni tra i commercianti per far entrare in vigore il contratto collettivo di lavoro nel settore della vendita è stato raggiunto.

La Commissione paritetica cantonale, riunitasi oggi a Bellinzona, dopo un lavoro durato mesi, ha confermato di aver raccolto le firme di più della metà dei datori di lavoro (serviva il 50% più uno). Si tratta dell'ultimo tassello per il CCL e per la nuova legge sull'apertura dei negozi presenti in Ticino che, si è accertato, sono 1'929, contro i 2'200 del 2010. Quindi ben 300 in meno.

Raggiunto l'obbiettivo, il prossimo passo sarà quello di chiedere alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO) l'obbligatorietà generale del contratto collettivo della vendita che permetterà, a sua volta, l'entrata in vigore (si stima il 2018) della nuova legge sull'apertura dei negozi, approvata dal popolo ticinese il 28 febbraio 2016.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

navy 6 anni fa su tio
Un altro cerotto su di una gamba in cancrena.Il Ticino tutto (e la Svizzera poi) è confrontato, oramai da anni, ad un gioco al ribasso che, nel mondo lavorativo, si chiama dumping. Nessun CCL (seppur perfetto e perfettibile) potrà stoppare un GROSSO problema del mondo del lavoro. I controlli mancano e, in sempre più aziende con o senza CCL, vi sono persone impiegate (esempi) al 100% che, in realtà, lavorano al 120% e più. Altre impiegate al 50% che lavorano al 100% e più......I controllori non saranno MAI sufficienti. Alcuni signori rappresentati nella fotografia sono ben al corrente di quale sia la realtà vera del mondo del lavoro. Altri ed in particolar modo l'onorevole signor Vitta, pensa di sapere ma in realtà non conosce, non vive, non sente.I CCL così come il salario minimo non risolveranno nulla. Con un bacino Lombardo pronto a lavorare per 1000 EURO mensili ed anche meno, i posti di lavoro e, conseguentemente, l'economia locale farà sempre più fatica! E' un dato di fatto. Cosa fare? Fissare un salario massimo e fare in modo che quel che rimane dell'efficienza locale e, soprattutto, una certa facilità di fare impresa (se confrontata con il modello Italico siamo campioni) piloti il tutto e ci faccia rifiorire. Il terziario è morto ed è quel settore che, sino a ieri, ha portato alla lievitazione del costo della vita in Ticino così come nel resto della Svizzera. Morto lui, il resto va riadeguato, riorganizzato, rivisto e ripensato. Le strategie, sino ad oggi, messe in atto hanno fatto TILT. Da 30'000 frontalieri a 65'000 ne è la conferma. Il salario massimo porterebbe solo vantaggi e ridarebbe dignità a tante e sempre più professioni che, a causa di "un'importazione selvaggia", hanno perso e perderanno potere d'acquisto locale. L'italiano ancora oggi fa il 6 al lotto venendo da noi a lavorare. Domani, con una definizione di salario massimo, ci penserà due volte prima di girarsi al Ticino e, forse, inizierà a scendere a Roma con forche e forconi. Per attuare "la modalità salario massimo", sia l'economia privata che pubblica deve attivarsi affinché, in Ticino, i costi "basilari" della vita quotidiana (affitti, cassa malati, assicurazioni, imposte, ecc) permettano di campare dignitosamente non ai soli direttori, imprenditori, manager e truffatori.

mariposa 6 anni fa su tio
Risposta a navy
OHHH ben detto! Pienamente d'accordo, la realtà dei fatti la sanno i lavoratori conforntati ogni giorno con queste problematiche. Questo anche in settori dove già esiste un CCL

maocr 6 anni fa su tio
Risposta a mariposa
La realtà dei fatti la sappiamo anche noi disoccupati e assistiti grazie politici ti cinesi,(non tutti).

Nicklugano 6 anni fa su tio
CCL o meno, orari lunghi o corti, vogliamo vedere quanti ne resteranno fra altri 5 anni ?
NOTIZIE PIÙ LETTE