Cerca e trova immobili

EGITTO / CANTONE«Per loro una chiesa piena di fedeli è sempre un obiettivo»

09.04.17 - 20:00
Da Lugano, il diacono copto in Ticino segue la cronaca dall’Egitto. Morire da martire? «Una consolazione per le famiglie»
Keystone
«Per loro una chiesa piena di fedeli è sempre un obiettivo»
Da Lugano, il diacono copto in Ticino segue la cronaca dall’Egitto. Morire da martire? «Una consolazione per le famiglie»

ALESSANDRIA/LUGANO - È stata una Domenica delle Palme di sangue per i cristiani copti in Egitto. Due attentati in due importanti chiese a Tanta e ad Alessandria hanno fatto più di 45 vittime, in buona parte fedeli raccolti in preghiera.

Guirguis Mansour, diacono della Chiesa copta in Ticino, prendeva parte a una messa a Milano in quei momenti ed è stato raggiunto dalla notizia di quanto avveniva nel suo Paese d’origine solo dopo la funzione. Fatto il viaggio di ritorno in Ticino cercando notizie sui siti d’informazione, il suo pomeriggio è proseguito incollato allo schermo del televisore, a seguire la cronaca raccontata dalle emittenti arabe.

«Le vittime sono martiri e questa è una consolazione per le famiglie» - «Proviamo cordoglio e tristezza», racconta raggiunto telefonicamente. «Purtroppo la minaccia dell’Isis continua e ci vanno di mezzo degli innocenti che stavano solo pregando. Sono attacchi vili su persone inermi», aggiunge. Le sue considerazioni sono quelle di un uomo di fede: «Le persone rimaste uccise in questa maniera sono considerate martiri e vengono accolte dal Signore», ci dice. Questa dovrebbe essere una consolazione per chi resta, gli chiediamo? «Abbiamo sentito dei familiari di alcune persone colpite che ci hanno detto di trovare consolazione in questo pensiero, sì», assicura.

«Il governo sorveglia le chiese» - Per i congiunti delle vittime sentiti da Mansour, inoltre, è un conforto sapere che lo Stato fa il possibile per proteggerli: «Parlavano in favore del governo e di come sorveglia le chiese del Paese - continua -. Ad Alessandria, in particolare, l’intervento degli agenti ha impedito all’attentatore di entrare. A Tanta purtroppo è andata diversamente, ma ci sono momenti in cui i fedeli entrano in massa e qualcuno si può intrufolare».

«Una chiesa piena di fedeli è sempre un obiettivo» - Avevamo sentito Mansour nel febbraio scorso in occasione di alcuni omicidi di cristiani nel Nord del Sinai. Avrebbe pensato, allora, che di lì a poco sarebbero accaduti attentati simili? «No, non mi sarei aspettato attacchi di queste proporzioni. È atroce», risponde. E purtroppo le aspettative per il futuro non sono ottimistiche, nemmeno per la prossima celebrazione della Pasqua: «C’è sempre il pensiero che possa succedere ancora e ovunque - spiega il diacono -. Ora hanno colpito due chiese grandi. Magari domani ne colpiranno una piccola. Il loro obiettivo è fare un alto numero di vittime e una chiesa piena di fedeli è sempre un target».

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE