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AttualitàChi compromise la retata al Lumino’s? Aperta un’inchiesta contro ignoti

10.04.17 - 06:01
Il Ministero pubblico ha deciso di indagare su una pericolosa fuga di notizie del 2013: qualcuno avvertì Luigi Girardi
Archivio Tipress
Chi compromise la retata al Lumino’s? Aperta un’inchiesta contro ignoti
Il Ministero pubblico ha deciso di indagare su una pericolosa fuga di notizie del 2013: qualcuno avvertì Luigi Girardi

LUMINO - Lunedì 29 luglio 2013, decine di agenti della Polizia cantonale si presentarono al Lumino’s, il noto postribolo sopracenerino, per una retata. Ma il direttore, Luigi Girardi, li stava aspettando, una talpa lo aveva informato. Solo all’inizio di quest’anno la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha aperto un procedimento penale contro ignoti per violazione del segreto d’ufficio.

La soffiata - «So da fonte fededegna che questi verranno a rompere i coglioni, a sigillare tutto», sono queste le parole che un informatore disse a Luigi Girardi la notte tra il 27 e il 28 luglio, meno di 48 ore prima del blitz. Il lunedì mattina, infatti, Girardi era pronto, le ragazze erano nelle loro camere e tutte in regola. Anzi, l’imprenditore denunciò gli agenti per una sfilza di reati (lesioni semplici, diffamazione, calunnia, minaccia, coazione, violazione di domicilio, denuncia mendace, sviamento della giustizia e abuso di autorità). Si presentò addirittura davanti alla stampa con un collarino cervicale e un certificato medico. La delicatezza dell’operazione era nota, infatti doveva essere top secret: solo una manciata degli agenti impiegati conosceva lo scopo dell’intervento, gli altri avevano ricevuto solo la convocazione in servizio.

La registrazione - Ma come si è saputo della soffiata? Semplice, Girardi registrava tutto e registrò anche la confidenza del suo informatore. Il file audio, finito tra gli atti del procedimento contro di lui, fu inserito anche nella sentenza della Corte d’appello e di revisione penale dello scorso anno, che confermò la condanna (pur riducendo la pena) nei confronti dell’uomo. Nonostante questo, però, il Ministero pubblico decise di non procedere. Un anno fa, su nostra richiesta, rispose che dagli accertamenti premilinari «non si configurava il reato di violazione del segreto d’ufficio». Le domande erano e sono ancora molte: chi era a conoscenza dell’operazione? A che scopo lo ha rivelato a terzi? Gli agenti impiegati nella retata, ormai compromessa, hanno corso dei pericoli?

Interesse pubblico - Già in un articolo del maggio 2016 (vedi correlato) sollevavamo dubbi sulla mancanza di indagini su un episodio di tale gravità. Proprio per questo il 24 maggio 2016 20 minuti/tio.ch ha fatto regolare richiesta di accesso agli atti dato l’interesse pubblico della vicenda, un atto formale al quale il Ministero pubblico non ha mai dato seguito o risposta.

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COMMENTI
 

Panterarosa 7 anni fa su tio
E sarebbe poi anche ora, ma magari è un qualche intoccabile (figlio, papà, marito, compagno/collega di partito di...)
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