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BELLINZONA - Torna stasera, per la sua 5a edizione, «Agiamo Insieme»: un evento nato nel 2012 – e promosso dal Dipartimento della sanità e della socialità, in collaborazione con la Camera di Commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino – per sensibilizzare popolazione e aziende sull’importanza del reinserimento professionale di chi ha dovuto affrontare un problema di salute.
L’appuntamento è, a partire dalle 17, nell’Aula del Gran Consiglio a Palazzo delle Orsoline.
Grazie al sostegno dell’Ufficio AI e alla disponibilità delle imprese ticinesi, anche nel corso del 2016 sono state quasi mille le persone che, dopo una malattia o un infortunio, hanno potuto mantenere il proprio posto di lavoro – nell’attività precedente o con altre mansioni – oppure essere collocate in un’altra azienda. La disponibilità dei datori di lavoro è essenziale per la buona riuscita della reintegrazione; il ricevimento pubblico di stasera vedrà perciò premiate, come da tradizione, quattro aziende e i rispettivi collaboratori che lo scorso anno hanno dato vita – in collaborazione con l’Ufficio AI – a progetti di successo nel campo del reinserimento umano e professionale. Si tratta di:
- AFD Amministrazione federale delle Dogane
- Fabhor Suisse SA
- Franscella SA metalcostruzioni
- Globus SA grandi magazzini
Il Cantone ritiene riconoscere pubblicamente il successo di questi sforzi, che testimoniano una gestione umana sensibile e adeguata ai tempi, capace di interpretare l’orientamento all’efficienza con una prospettiva responsabile; assumere collaboratori che hanno vissuto una difficoltà personale – a seguito di un danno alla salute – offre infatti alle imprese l’opportunità di acquisire dipendenti competenti e motivati, che hanno ancora molto da offrire al mondo del lavoro.
Dal punto di vista del Cantone, l’evento «Agiamo Insieme» diffonde inoltre un messaggio virtuoso sulle possibilità di collaborazione fra assicurazioni sociali ed economia, concentrando l’attenzione sull’investimento sociale – tramite l’inserimento lavorativo dei cittadini – e non più sul solo consumo di prestazioni assistenziali.
